NICOLA PALMA
Cronaca

Golgi Redaelli, salvo il bando da 39 milioni

Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar: confermata l’assegnazione del maxi appalto per la gestione delle case di riposo

Un anziano (foto di repertorio)

di Nicola Palma

Ribaltone giudiziario sul maxi appalto del Golgi Redaelli. I giudici del Consiglio di Stato hanno completamente sconfessato la linea dei colleghi del Tar, che in primo grado avevano annullato l’aggiudicazione della gara da 39 milioni di euro per la gestione triennale di sette reparti di degenza degli istituti geriatrici di via D’Alviano a Milano (197 posti letto) e di Vimodrone (135 posti letto). Palazzo Spada ha ritenuto corretto l’operato dei vertici dell’azienda di servizi alla persona, sostenendo l’infondatezza del ricorso originario presentato dal consorzio Filipendo contro la vittoria della cooperativa Consorzio Blu.

In realtà, Filipendo non ha partecipato alla competizione, ma ha poi impugnato l’intera procedura: "L’importo posto a base di gara – la tesi riassunta nella sentenza di primo grado – sarebbe stato determinato “in maniera del tutto oscura e in patente difetto di istruttoria per entrambi i lotti“", risultando insufficiente "rispetto all’entità dei costi fissi imposti" e rendendo quindi "impossibile la presentazione di un’offerta seria ed economicamente sostenibile". In sostanza, il consorzio ha imputato al Golgi Redaelli di aver giocato eccessivamente al ribasso, in particolare su fornitura di farmaci e presìdi monouso, trasporto dei degenti, effettuazione di esami radiologici e di laboratorio, lavaggio e noleggio di biancheria, materassi e cuscini, formazione professionale degli operatori e stipula di una polizza assicurativa. Gli stessi rilievi sono stati mossi sul fronte dei costi stimati per pagare il personale, per i quali non si sarebbe tenuto conto "di contributi Inps, premi Inail e imposte Irap". A fine marzo 2020, il Tar ha accolto in pieno questa impostazione, annullando l’intera procedura. Poi è arrivato il controricorso del Golgi Redaelli, che a fine aprile ha subito ottenuto la sospensiva cautelare del Consiglio di Stato: i giudici hanno ritenuto che la continuità di servizio dovesse essere garantita, anche alla luce della pandemia in corso e della "gravissima situazione epidemiologica di numerosi pazienti ospitati".

Ieri è arrivato pure il verdetto di merito, che ha dato ragione all’Asp di via D’Alviano: per il collegio presieduto da Michele Corradino, il ricorso iniziale di Filipendo andava dichiarato infondato sin dall’inizio. Il motivo: non c’erano le condizioni per valutare l’istanza presentata da una società che non ha partecipato alla gara. Conclusione: appalto confermato.