
Il parroco don Paolo Zago accanto agli scavi
Gorgonzola (Milano), 23 gennaio 2021 - Squadre tecniche del Cap e assistenza archeologica della Sovrintendenza fianco a fianco, continueranno sino a febbraio gli scavi davanti alla Chiesa dei Santi Protaso e Gervaso. Erano iniziati per fronteggiare un problema di sversamento acqua del naviglio nelle tubature sotterranee, si sono interrotti immediatamente per il ritrovamento di alcuni reperti archeologici: resti di sepolture e i basamenti medievali della chiesa preesistente l’attuale. Le ossa vengono recuperate e via via trasferite a Milano, in laboratori di ricerca, per la datazione e ulteriori analisi. A fine operazione la “mini necropoli“ sarà probabilmente reinterrata.

Intanto l’eco degli scavi supera i confini comunali e desta l’attenzione di storici, studiosi e appassionati di archeologia della zona. Poco di ufficiale trapela, a tre settimane dai primi ritrovamenti, sulla datazione esatta e le caratteristiche dei reperti tornati alla luce dopo l’avvio degli scavi sul cantiere allestito dal Cap, davanti alla chiesa, i primi di gennaio. Sulle mura certezze in più: in quella posizione insisteva prima del 1800 la chiesa precedente, demolita all’avvio dei cantieri dell’attuale. Sulle ossa maggiore mistero e datazione ancora incerta: "Di sicuro – dice lo storico locale Marco Cavenago, autore di una pubblicazione sulla chiesa gorgonzolese – la chiesa antica era orientata diversamente rispetto all’attuale e aveva di fianco il cimitero".
Alle operazioni assiste quotidianamente il parroco dei Santi Protaso e Gervaso, don Paolo Zago. "È stato trovato quanto già si sapeva vi fosse in linea di massima – dice –: la chiesa preesistente, le sepolture. Quando gli archeologi avranno ultimato il loro lavoro, si procederà alla ricopertura, del cimitero come del muro riemerso".
Nei giorni del ritrovamento, il timido sogno di mantenere in vista qualcosa. Di un piccolo museo a cielo aperto. "L’opinione è che sia impraticabile. Prima di tutto per i costi enormi". Ultimati gli accertamenti degli archeologi e della Sovrintendenza, la stagione del cantiere proseguirà e sarà ancora lunga. Resta da risolvere il problema, molto serio, che ha originato i lavori: un’immissione anomala d’acqua nelle tubature sotterranee provocato dalle radici del platano accanto alla chiesa, responsabile anche di un cedimento nel muro spondale del naviglio, che corre lì accanto. Si dovrà procedere a un intervento di impermeabilizzazione.