MARIANNA VAZZANA
MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Graffiti e vandalismi sempre più estremi. E aumentano le crew di donne. Qual è la situazione a Milano?

Già nel 2008 la stima era 30mila edifici deturpati e danni per 100 milioni. Il convegno dei comitati dedicato al fenomeno degli imbrattamenti a Milano. Assalti a case, treni e monumenti. Minoletti: “Ripresa dei raid dopo il Covid”

Alcune immagini pubblicate sulla pagina Instagram de “Le lokitas“

Alcune immagini pubblicate sulla pagina Instagram de “Le lokitas“

Milano – Nella galassia dei writer fuorilegge, che imbrattano senza permesso muri, treni e tutto ciò che capita loro sotto tiro, ci sono anche donne. E se le bande al femminile rappresentano la minoranza, è altrettanto vero che “sono in aumento, passate dal 2% al 4%”. Lo evidenzia Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento comitati milanesi, al convegno organizzato nei giorni scorsi insieme al Comitato Zona delle Regioni con la referente Cristiana Nicora alla Biblioteca Calvairate di piazzale Martini. “Graffitismo a Milano. A che punto siamo?”, la domanda di partenza.

“La prima crescita significativa del fenomeno – spiega Minoletti – si è osservata tra il 2010 e il 2011, quando l’uso del web ha consentito ai writer di avere grande visibilità mantenendo l’anonimato. Ora, il metodo più usato è il “video live“ su Instagram”. Poi, “l’azione di contrasto portata avanti in sinergia tra Procura, Nucleo Antigraffiti della polizia locale, Comune, Atm e forze dell’ordine ha rappresentato un freno: dal 2016, numerose crew (bande) e tagger storici sono stati indagati”.

Ma dal 2021, dopo la prima fase della pandemia, “c’è stata una ripresa degli attacchi: le azioni di contrasto si sono allentate, sono avvenute fusioni tra più bande con la nascita di “superfamiglie“, i vandali spengono il cellulare durante le incursioni e mettono solo il nome della propria “crew“ per non essere identificati”. Risultato; le scritte sono sempre più grosse e di difficile rimozione. E si scelgono obiettivi che comportano un rischio sempre maggiore: dai monumenti ai treni in servizio.

E le donne? A Milano è nata qualche anno fa la Lkts crew, che sta per “Le Lokitas“, con quasi 5mila follower su Instagram, di cui fanno parte ragazze – tra le firme: Roen, Chet e Nelly –. In più esistono alcuni graffiti realizzati da “Ladies 183 crew“, altra banda femminile notata dagli esperti anti graffiti. Tra gli hashtag spunta #vandalgirls. Su Instagram abbondano le foto e i video di ragazze incappucciate, con i volti coperti e le bombolette spray in mano. Pubblicate pure le “vandalgirls“ in azione, mentre deturpano treni o si spostano lungo le gallerie per raggiungere gli obiettivi. In una foto, una di loro si mette in posa facendo una spaccata davanti a un treno (imbrattato).

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Una delle immagini pubblicate sulla pagina Instagram de “Le lokitas“

Oltre ai mezzi di trasporto vengono prese di mira serrande. In altre immagini, le protagoniste sono immortalate mentre salgono su una scaletta per raggiungere chissà quale cima da battezzare con scritte e disegni. Non manca la fotografia con la felpa tirata su fino al naso e le dita in segno di vittoria, davanti a bombolette spray e ad altri strumenti del mestiere.

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Una delle immagini pubblicate sulla pagina Instagram de “Le lokitas“

A quanto ammontano, i danni? Non c’è una stima precisa ma nel 2008 Assoedilizia aveva ipotizzato che in città ci fossero 30mila edifici imbrattati; significa 100 milioni di euro di spesa per la rimozione. Sui treni non va meglio: “Per rimuovere imbrattamenti su una superficie di 200 metri quadri su un vagone occorrono 10 ore di stop del mezzo, 50 chili di prodotti chimici, 10 litri di solvente e 40 litri d’acqua. Cancellare disegni provoca quindi anche un danno all’ambiente”, altro concetto evidenziato al convegno.

E non ci sono solo le bombolette spray: le tecniche si sono evolute, con l’obiettivo di creare danni sempre maggiori. Ad esempio si usa l’estintore, per lasciare le tag sempre più in alto. Ci sono anche le scritte al catrame, la cui rimozione è molto costosa. Poi anche lo “scratching“, che consiste nel graffiare le superfici (che poi devono essere sostituite). Sulla lista anche “l’etching“, che si pratica con pennarelli riempiti di acido fluoridrico, corrosivo. Dagli imbrattamenti, poi, in certi casi si passa a scontri violenti tra bande per contendersi i muri. Segno che i raid vandalici sono un campanello d’allarme: spesso, il primo passo di un’escalation.