ANDREA GIANNI E MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Milano, grattacieli sotto inchiesta: ristrutturazioni o nuove costruzioni? La battaglia sulle regole

Progetti immobiliari, inchieste fotocopia su funzionari pubblici e imprese. La tesi dei pm: “Nuove grandi costruzioni autorizzate come ristrutturazioni”. Il Comune: “Conflitto tra norme locali e nazionali”

La Torre Milano alla Maggiolina

La Torre Milano alla Maggiolina

Da piazza Aspromonte alla Maggiolina, fino alla zona Crescenzago e al Parco Lambro, quartieri milanesi col volto cambiato dal business del mattone, dove i prezzi delle case sono saliti alle stelle. Aree al centro di una serie di inchieste della Procura di Milano che stanno terremotando gli uffici di Palazzo Marino e mettendo sotto la lente colossi delle costruzioni e ambiziosi progetti di riqualificazione, mentre si allunga la lista di architetti, imprenditori, tecnici e dirigenti comunali indagati.

Una serie di accertamenti iniziati dal presunto abuso edilizio sulla palazzina in costruzione in piazza Aspromonte: i pm ipotizzano che "le opere in corso di realizzazione sono state autorizzate in base a permessi di costruire illegittimi per violazione delle norme che regolano l’altezza delle costruzioni nei cortili, in quanto emessi sulla base di pareri ideologicamente falsi della commissione per il paesaggio" di Palazzo Marino, "che hanno ritenuto che l’area interessata dall’edificazione non potesse essere considerata cortile".

Poi l’indagine, coordinata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, sulla Torre Milano, il grattacielo di 82 metri nel quartiere Maggiolina, affacciato sullo skyline del quartiere Isola-Garibaldi, realizzato come "ristrutturazione edilizia" invece che come "nuova costruzione", con conseguente risparmio di tempo e denaro e vantaggi per gli sviluppatori immobiliari.

Doveva essere considerato un "organismo edilizio radicalmente nuovo", quindi con regole sulle volumetrie diverse. Per questo otto persone – imprenditori, progettisti e tecnici, ma anche funzionari e dirigenti dello Sportello unico dell’Edilizia e della Direzione urbanistica del Comune – sono indagate. Tra loro Stefano e Carlo Rusconi, alle redini della storica Impresa Rusconi attiva dal 1907 e legali rappresentanti della Orione Property Management srl, che ha costruito la torre pubblicizzata come "il luogo ideale per partecipare alle grandi trasformazioni che stanno cambiando il volto della città".

Trasformazioni finite sotto la lente della Procura anche in zona Crescenzago, al centro di un’inchiesta-fotocopia. Sei persone, tra costruttori, tecnici e dirigenti del Comune, sono indagate per una serie di irregolarità nel progetto Park Towers promosso dalla società Bluestone. E il copione si ripete: anche in questo caso una "nuova costruzione" che sarebbe stata fatta passare per una "ristrutturazione edilizia", e quindi autorizzata con una semplice Scia.

Secondo i pm gli edifici a Crescenzago, con indici di edificabilità tre volte superiori a quello previsto dal Pgt di Milano e di altezza superiore a 25 metri, avrebbero potuto essere realizzati senza un "piano particolareggiato esecutivo" o "piano di lottizzazione dell’intera zona", cioè quegli strumenti urbanistici che servono a pianificare i nuovi servizi e le opere di interesse pubblico necessarie per accogliere il nuovo carico di abitanti sul quartiere.

Un nodo finito al centro, ieri, della commissione comunale convocata per presentare il percorso di revisione del Piano di governo del territorio (Pgt). "La magistratura ha inviato segnali al Comune rispetto ad alcune iniziative urbanistiche – ha spiegato l’assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi –. La mia proposta alla Procura è quella di aprire un tavolo tecnico sull’interpretazione delle norme. Un tavolo tecnico-giuridico, perché ho visto l’avvocato capo del Comune e mi ha assicurato che tutti i temi oggetto delle inchieste della magistratura sono stati affrontati e chiariti in modo cristallino dalla giustizia amministrativa, cioè dal Tar e dal Consiglio di Stato, a cui più volte si sono rivolti molti soggetti negli anni scorsi, contestando l’applicazione delle norme regionali e, in parte, nazionali. Il grosso del problema, dunque, non riguarda il Pgt del Comune ma norme sovraordinate che l’amministrazione non può non applicare".

L’auspicio, quindi, è che "la magistratura sia d’accordo ad aprire un confronto". Poi l’assessore ha dettato i tempi della modifica del più importante documento urbanistico comunale: "Noi puntiamo a presentare il nuovo Pgt entro fine marzo. Puntiamo all’approvazione definitiva del Pgt in Consiglio entro la fine dell’anno, dunque è veramente una corsa contro il tempo".