Nicola Gratteri non si canditerà a procuratore di Milano. La decisione contraddice quanto il pm di Catanzaro aveva annunciato anche in un'intervista televisiva nella quale aveva manifestato l'intenzione di candidarsi al posto di procuratore di Milano. Ma il capo dei pm di Catanzaro ha evidentemente cambiato idea e alla fine non ha presentato domanda per succedere a Francesco Greco che a novembre va in pensione. Le domande arrivate al Csm e ormai definitive sono solo nove. L'unico procuratore aggiunto di Milano che ha presentato domanda è Maurizio Romanelli, il che rende possibile l'ipotesi di un «papa straniero».
Proprio Gratteri era stato molto critico nei confronti della riforma della Giustizia in discussione in Parlamento. «È una riforma che non serve alla sicurezza dei cittadini italiani, non serve a dare giustizia alle parti offese, a coloro i quali hanno subìto vessazioni da parte di mafiosi o criminalità comune. Una riforma che è una tagliola». Così Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, in un'intervista a Domani. Per Gratteri, «premia tutti quelli che sono imputati in un processo. Da questo momento in poi - prosegue - l'imputato farà di tutto perché il processo non si celebri e si arrivi al fatidico traguardo dei due anni in appello (3 per i reati più gravi, ndr), o dell'anno in Cassazione (al massimo 18 mesi). Considerando che mediamente in appello ci vogliano tre anni e mezzo per concludere un processo di secondo grado, vuol dire che quasi la metà dei processi verrà ghigliottinato» sottolinea. Poi aggiunge: «Si sfregheranno le mani delinquenti e faccendieri. Una riforma che favorisce tutti coloro i quali sono implicati in un processo penale». E parlando di Rinascita Scott, il maxi processo contro la 'ndrangheta, sottolinea: «Non si concluderà in appello negli anni previsti dalla nuova riforma. Se qualcuno dovesse chiedere la riapertura dell'istruttoria in appello, come spesso accade per una nuova prova o nuovi elementi, il processo non si chiuderà più». E alla domanda Quindi lei sta dicendo che questa riforma è un favore alle mafie e alla borghesia mafiosa? Gratteri risponde: «Sicuramente sì».