Annamaria Lazzari
Cronaca

Gregorio Di Rollo in piazza a Milano per donare il sangue: “Credo nel karma, la bontà ti torna indietro”

Il 23enne, futuro ingegnere, ha risposto all’appello dell’Avis e di Fedez: non è un tema popolare, eppure è una cosa giusta

Gregorio Di Rollo

Milano –  Studia, lavora e dona il sangue. Ritratto di un ragazzo perbene: Gregorio Di Rollo, 23 anni, originario di Biella ma da tempo trasferitosi a Milano per studiare al Politecnico, è fra i 22 «bravissimi» che ieri mattina hanno sporto il braccio nell’autoemoteca Avis, in piazza Duomo per l’evento «Dona il sangue, salva la vita» promosso dalla fondazione di Fedez e da Civis.

Nel dettaglio gli sono stati prelevati «420 millilitri di sangue», puntualizza la dottoressa che lo assiste nel centro mobile. Per lui però non è un debutto: è la sua 15esima donazione. Lo fa da quando aveva 18 anni, l’età minima prevista dalla legge. Per due motivi che spiega lui stesso: «Primo perché mio padre, che ha 69 anni, è donatore di sangue da una vita e ho voluto calcare le sue ombre». E poi perché è convinto che esista il «karma del bene».

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Un’anima candida e idealista la sua?

«Non direi, mi reputo piuttosto un tipo piuttosto pragmatico e razionale. Nella vita sono all’ultimo anno della laurea specialistica in ingegneria gestionale, lavoro in un’azienda e non ho troppi grilli per la testa».

Però le piace fare del bene.

«Sono convinto che quello che fai al prossimo di bello ti ritorna in qualche maniera. Esiste un karma delle azioni positive e ognuno dovrebbe trovare la sua maniera di fare del bene: la mia è quella di donare il sangue».

Quante volte dona ogni anno?

«Circa 3/4 volte all’anno. L’intervallo tra due donazioni non è mai inferiore a 90 giorni. In genere alterno le donazioni di sangue a quelle di plasma. Sono sottoposto ad esami del sangue molto approfonditi e gratuiti: ci sono anche concreti vantaggi personali».

Dopo la donazione si rimane privi di forze?

«Questa è una sciocchezza. Io per dire questo sabato sera non lo trascorrerò di certo a letto, ma in un locale coi miei amici, come al solito».

E nel gruppo dei suoi amici ce ne sono altri di donatori?

«Confesso di essere l’unico. Alcuni mi dicono che hanno paura dell’ago, non si farebbero neppure un tatuaggio, figuriamoci un prelievo. Ma il punto è che la donazione del sangue non è un tema «gettonato» fra le giovani generazioni, a differenza del clima, dell’ambiente, degli alberi… Attenzione: non sto dicendo che non ci si debba occupare della natura. Ma anche fare del bene agli esseri umani è una cosa buona e giusta. Spero che l’evento in piazza del Duomo possa aprire gli occhi a tanti sull’importanza di poter salvare la vita degli altri, attraverso la donazione».