
Simone Feder con la Casa del giovane combatte le dipendenze da internet
Milano – La sua missione , dopo essere caduto nella trappola e aver “bruciato“ i propri risparmi, lasciando anche il lavoro, è quella di smascherare i sedicenti “guru di Dubai”, personaggi che vendono corsi (a pagamento) con la promessa di diventare ricchi stando davanti a un computer.
Marco, 27 anni, che chiede di essere citato con un nome di fantasia, è caduto in una delle forme più subdole di dipendenza da internet, quella legata alle attività di trading online. Grazie a un percorso di 8 mesi con la Comunità Casa del Giovane di Pavia, fondata dallo psicologo Simone Feder, è riuscito a uscirne. E ora ha deciso di impegnarsi per la prevenzione, mostrando alle altre potenziali vittime che i “guru“ vendono solo illusioni e il loro mondo di ricchezze da favola è fatto solo di cartapesta. Basta una ricerca online, ad esempio, per scoprire che l’auto di lusso usata per girare un video divenuto virale sui social (tra le migliaia in circolazione sul trading online) è stata fornita da una società di noleggio.
«Ho sempre lavorato come elettricista – racconta Marco – e, navigando su Internet nel tempo libero, mi sono imbattuto nell’annuncio pubblicato da questo “guru di Dubai“, che prometteva una formula per ottenere guadagni sicuri con la finanza online. Mi sono fidato e per partecipare al corso ho speso tremila euro. Poi ho iniziato a investire i miei risparmi e lo stipendio. All’inizio realizzavo piccoli guadagni, che mi hanno spinto a mettere in gioco somme sempre più alte. Nel delirio di quel periodo ho lasciato anche il mio impiego, convinto di aver scoperto il segreto per diventare ricchi senza fatica. I miei genitori erano contrari ma, da maggiorenne, ero libero di fare le mie scelte. Fino a quando a un certo punto ho iniziato a perdere, “bruciando“ fino a diecimila euro. Nel frattempo trascorrevo sempre più tempo online – prosegue – e anche quando non ero davanti al computer la mia testa era sempre lì".
Un meccanismo subdolo, con dinamiche simili a quelle del gioco d’azzardo, altra piaga nel panorama delle cyber-dipendenze. "Quando perdevo soldi mi sentivo in colpa – sottolinea Marco – credevo di aver sbagliato qualcosa, crollava la mia autostima ed ero convinto che con un maggior impegno sarei riuscito a recuperare. A un certo punto ho capito che la situazione era sfuggita di mano e ho deciso di chiedere aiuto". Marco ha seguito un percorso con la Casa del Giovane e, dopo otto mesi di terapia, è riuscito a costruirsi una nuova vita.
"Ho trovato un altro lavoro – spiega – fortunatamente nel mio settore c’è sempre richiesta. Dopo aver preso coscienza dei motivi profondi che mi hanno portato a cadere in questa trappola ho deciso di aiutare altre persone a rischio, spiegando loro con esempi pratici che questi “guru“ vendono solo illusioni e insegnando a riconoscere le truffe. Ho imparato sulla mia pelle che è i guadagni facili non esistono e che in Italia servirebbe una vera educazione finanziaria, anche nelle scuole".
Intanto , alla Casa del Giovane, aumentano le persone in cura per dipendenze online, dal gioco d’azzardo al trading. "È l’eroina del terzo millennio – spiega Simone Feder – e quello che notiamo fra i più giovani, anche minorenni, è l’attrazione pericolosa per le criptovalute. Si chiudono in casa e trascorrono le giornate davanti al computer, senza controlli su come spendono i loro soldi. Una situazione peggiorata durante la pandemia, che ha provocato un disastro nelle scuole. Più che inibire l’accesso a Internet bisogna lavorare di più sulla prevenzione – conclude lo psicologo – per smontare l’illusione di poter fare soldi senza lavorare".