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Patrizia Reggiani
Milano, 21 giugno 2018 - Un certificato medico, un rinvio ma anche una novità sul fronte svizzero della saga giuridico-finanziaria Gucci-Reggiani. È un’“apertura” da parte di Patrizia Martinelli Reggiani nei confronti delle figlie, con le quali si dichiara pronta a cercare un accordo. All’Organismo di Conciliazione di Maloja, in Engadina, è pervenuto un certificato medico che attesta uno stato di indisposizione di Patrizia Reggiani.
La vera novità era però una nota di accompagnamento firmata dall’avvocato Daniele Pizzi, il legale che segue la Reggiani. Pizzi chiedeva un rinvio dal momento che Patrizia Reggiani «vorrebbe comparire personalmente all’udienza per trovare un accordo conciliativo con le figlie Alessandra e Allegra Gucci». La stessa documentazione è stata trasmessa all’avvocato Guido Lazzarini, che rappresenta Alessandra e Allegra. Quello svizzero è uno dei fronti che ruotano attorno alla donna condannata a 26 anni come mandante dell’omicidio del marito Maurizio Gucci, erede di una grande dinastia di stilisti e imprenditori della moda, freddato con tre colpi di pistola, la mattina del 27 marzo 1995, a Milano. Oggi Patrizia Reggiani è definitivamente libera. Allegra e Alessandra, le figlie nate dal matrimonio con Gucci, si sono rivolte all’Organo di Conciliazione per chiedere l’annullamento dell’accordo che i genitori, divorziati nel 1985, firmarono la vigilia di Natale del 1993 a Sankt Moritz. Nell’accordo, registrato come “promemoria d’intenti”, Gucci si impegnava a corrispondere alla ex moglie 1,1 milioni di franchi svizzeri l’anno, vita natural durante. Alessandra e Allegra Gucci ne chiedono il disconoscimento. Aperto anche un versante italiano in Cassazione. Il 14 settembre del 2016 la quarta sezione civile della Corte d’appello di Milano, ha riconosciuto il diritto della Reggiani di ricevere i soldi dagli eredi Gucci (le due figlie di Maurizio): un assegno di un milione di euro l’anno, 24 milioni di arretrati.