Chiusura del pronto soccorso di Menaggio, Bertolaso: “Se sono un problema, Fontana mi ritiri le deleghe”

Dopo le polemiche, anche all’interno della Giunta, l’assessore al Welfare si mette nelle mani del governatore che tuttavia lo blinda: “Ne riparliamo tra quattro anni...”

Il presidente della Regione Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso

Il presidente della Regione Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso

Milano, 24 giugno 2024 – Questi in Regione Lombardia “sono i miei tempi supplementari, poi basta. Sono nelle mani del presidente Fontana. Se c'è qualche situazione che può creare problemi mi può ritirare la delega, ma ci sono ancora cose che vorrei fare prima di lasciare questo territorio”. È così che l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso, durante l'evento Salute Direzione Nord, ha voluto rispondere indirettamente  alle polemiche che ci sono state, anche dentro la giunta, qualche giorno fa, per la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Menaggio, nel Comasco. 

Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana ha però blindato il mandato dell'assessore Bertolaso. “Fra quattro anni ne riparliamo...” ha replicato Fontana a margine dell'evento Salute Direzione Nord a chi gli chiedeva del futuro di Bertolaso, allontanando così l'ipotesi che l'assessore venga sostituito in un eventuale rimpasto.

Dopo il botta e risposta, immediato il commento del consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo: Fontana finalmente rompe il silenzio sull’agghiacciante vicenda dell’ospedale di Menaggio. Non lo fa per rassicurare i cittadini e per fare un passo indietro. Lo fa per confermare la propria fiducia in Bertolaso e blindarlo per altri quattro anni. È evidente che così Fontana stia confermando anche la condanna a morte pronunciata nei confronti del presidio ospedaliero della provincia di Como”. “È chiaro che Fontana non intenda fare un passo indietro sulla questione dell’Erba-Renaldi, condannato a diventare un presidio per cronici e senza pronto soccorso - ha continuato il consigliere - A Palazzo Lombardia si tira dritto, insomma. Rimane Bertolaso, si taglia un ospedale. Lo si fa incuranti delle 14 mila firme raccolte a difesa del presidio, incuranti della posizione di Asst Lariana stessa, incuranti delle richieste del territorio, il tutto sulla pelle dei cittadini e delle comunità del lago di Como, lasciati senza certezze. Faremo sentire la voce del territorio in Consiglio regionale e in piazza”.

L’annuncio

Un vero e proprio terremoto quello provocato dalle parole dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, che in un’intervista fa aveva annunciato che l’ospedale di Menaggio perderà il pronto soccorso per trasformarsi in una struttura per pazienti cronici. Una decisione data praticamente per acquisita e arrivata come un fulmine a ciel sereno sul lago, con l’effetto di suscitare la rabbia di abitanti e sindaci che un paio di mesi fa avevano raccolto 14mila firme, spedite in Regione, per chiedere di salvare l’ospedale

Le polemiche 

Nonostante gli appelli, le promesse e gli impegni di Asst Lariana che non più tardi del gennaio scorso, attraverso il suo direttore generale Luca Filippo Stucchi, definiva il presidio "un ospedale fondamentale per acuti e per rispondere alle esigenze territoriali". Una presa in giro in piena regola secondo il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo. Non possiamo stare a guardare mentre perdiamo definitivamente il presidio ospedaliero perché Bertolaso ha deciso di staccargli la spina – aveva detto il consigliere -. Rischiamo il punto di non ritorno. Bertolaso ha ignorato le firme che chiedevano la salvaguardia del presidio, ha messo da parte le richieste dei comitati e dei sindacati". L’eco della notizia è arrivato anche a Roma.

"Una decisione gravissima - il commento della capogruppo del Partito Democratico alla Camera, Chiara Braga - un colpo devastante inferto sulla qualità di accesso alla cura per i comaschi residenti sul lago".  Sorpresi anche nel centrodestra. L’assessore regionale Alessandro Fermi della Lega e i consiglieri comaschi di maggioranza Gigliola Spelzini, Marisa Cesana, Anna Dotti e Sergio Gaddi "contestano il metodo e il merito". "Nei prossimi giorni ne parleremo con il presidente Fontana – avevano detto  - Per noi, per i cittadini e per i sindaci, la sopravvivenza dell’ospedale è una priorità non negoziabile".