ANDREA GIANNI
Cronaca

Quel legame tra gli hacker e le Curve di San Siro, i consigli di Barletta sui parcheggi e le manovre di Gallo

L’ex manager dell’Inter e l'ex poliziotto puntano a un’area di sosta: “Boiocchi? L’ho arrestato un sacco di volte”. Il modus operandi di Equalize: “Mettere in moto la propria rete di amicizie, anche facendo ricorso alla criminalità”

Lo stadio di San Siro

Lo stadio di San Siro

L’uomo a chi chiedere consigli, per muoversi nella giungla dei parcheggi dello stadio di San Siro, era Pierfrancesco Barletta (tra gli indagati, difeso dall'avvocato Francesco Centonze), il manager che ha collezionato cariche anche nel mondo dello sport, “sponda“ con il mondo politico di centrosinistra per il gruppo degli hacker. È con lui - ex dirigente dell’Inter e presidente di Milanosport dal 2011 al 2018, ex membro del Cda di Leonardo, ex socio di minoranza della Equalize di Pazzali e vicepresidente di Sea fino alla decisione di autosospendersi - che Carmine Gallo si confronta quando cerca di acquisire “in pianta stabile” un posto auto al Meazza.

A che cosa è dovuto l’interesse? Un parcheggio a San Siro è ritenuto un “buon investimento”, perché consentirebbe di offrire un “servizio aggiuntivo” a una clientela composta anche da imprenditori e vip, accomunati dalla passione per il calcio. Bisogna però muoversi in un mondo dove, come è emerso dall’inchiesta che nelle scorse settimane ha decapitato i vertici della tifoseria organizzata di Inter e Milan, avrebbero da anni messo le mani clan e ultrà. Gallo, l’8 ottobre 2022, ne parla con Barletta.

Il manager dalle molte cariche conosce le dinamiche di San Siro, sa chi sono gli interlocutori con cui parlare. Il 10 ottobre 2022 Barletta e Gallo, negli uffici della Equalize, tornano sull’argomento. Gallo chiede a Barletta informazioni su Vittorio Boiocchi, capo ultrà dell’Inter che nei giorni successivi, il 29 ottobre, sarebbe rimasto vittima di un agguato davanti alla sua casa a Milano. “Io l’ho arrestato un sacco di volte”, afferma l’ex poliziotto. Barletta replica di non aver mai avuto rapporti diretti con Boiocchi, perché quando era dirigente nell’Inter il leader della curva era un altro storico capo ultrà, Franco Caravita: “Negli anni in cui sono stato io c’era sempre Caravita”. Puntano ad acquisire un parcheggio dell’Inter, e a un certo punto Barletta racconta a Gallo di aver subito minacce, in passato, da parte di un pregiudicato. Minacce legate ai parcheggi.

Mi telefonò e fu una conversazione grave – spiega – quando lo mandai via mi disse “Se si incendiano le macchine, se il tuo presidente (all’epoca era Massimo Moratti, ndr) vede le macchine rotte nel garage devi sapere che hai sbagliato a mandarci via. Io dissi: “Hai fatto bene a fare questa telefonata perché il giorno che incendiano la macchina io vado direttamente in Procura“”. Spiega, tornando sull’argomento parcheggio, che per acquisirlo è necessario “conoscere qualcuno”.

In un’altra conversazione Gallo parla a un interlocutore di Mauro Russo - indagato nella maxi-inchiesta sugli affari delle curve per la presunta corruzione di Manfredi Palmeri – come la persona che “gestisce” dietro le quinte il business dei parcheggi. “Devo trovare una soluzione per trovare un posto di sotto”, insiste. “Non posso fare più tramite la società perché non è più possibile, si sono chiusi...però tramite loro è possibile”. Conversazioni che, secondo i carabinieri, “si inseriscono nel tipico modus operandi di Gallo e della Equalize, ovvero mettere in moto la propria rete di amicizie, conoscenze e rapporti per ottenere l’obiettivo prefissato, anche facendo ricorso alla rete di amicizie più “scomoda“, quella legata alla criminalità”. L’affare dei parcheggi, poi, non andrà in porto. Pochi giorni dopo Boiocchi sarebbe rimasto ucciso. “Lo stavo chiamando perché uno dei miei soci non riusciva a trovare un posto nel garage dello stadio – spiega Gallo –. Questi qua non sono solo ultrà, non sono solo delinquenti, li mettono anche a gestire i parcheggi”.