Milano – Dalle carte della informativa che ha portato il gip Fabrizio Filice ad emettere 13 ordinanze di custodia cautelare per la rete di cyber-spie emerge anche un’intercettazione in cui un agente della Digos affida allo staff dell’ex poliziotto Carmine Gallo un hard disk con dati di lavoro riservati, da riparare. Questo elemento misura il livello di affidabilità, anche a livello di reputazione, di Gallo e della Equalize di cui lui era amministratore delegato. Hard disk che verrà sistemato e riconsegnato, solo dopo aver copiato e archiviato il contenuto.
Nel giugno dell’anno scorso Gallo e Calamucci, il supertecnico, punta di diamante dell’organizzazione, parlano della riparazione dell’hard disk: “Certo che son messi male lì in Digos – dice Calamucci – l’hard disk dove hanno salvato i lavori non... Come fanno ad andare avanti così? Lui mi ha detto se... che riceve un cazziatone se fa presente sta roba... va beh... ci sarà qualche indagine che ci serve no?”. Gallo: “Fai comunque una copia di tutto”. E il tecnico replica: “Certo... tu prendi tutto...”.
Il livello di sicurezza e affidabilità della società di proprietà al 95% di Enrico Pazzali, è dimostrato anche da un altro episodio: funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri si sarebbero recati negli uffici di Equalize nell’ottobre del 2022. Nella richiesta i carabinieri di Varese delegati ad indagare hanno accertato appunto che “presso gli uffici della Equalize si sono già recati funzionari della Presidenza del Consiglio dei ministri”. Aggiungono inoltre che “le conversazioni tra Gallo e i funzionari della Presidenza del Consiglio sono state sì intercettate, ma non sono state oggetto di sunto e trascrizione”. “Tale evidenza – dicono ancora gli investigatori – dimostra però l’entratura dei soggetti con i quali ci si sta approcciando e la ragnatela di conoscenze e contatti di cui dispongono”.
Allo stesso tempo si è accertato che gli stessi non hanno alcun ruolo organico con apparati di sicurezza nazionali. Altro elemento di cui si trova conferma nelle carte è che Gallo, ora ai domiciliari, “dispone di un cripto-fonino con tecnologia israeliana”.
Non mancano le reazioni politiche. “È chiaro che ci sono degli elementi preoccupanti, non c’è dubbio”, ha detto il sindaco Giuseppe Sala, commentando l’inchiesta sui dossier illegali dove è indagato il presidente di Fondazione Fiera Milano, ora autosospeso, Enrico Pazzali. “Personalmente – aggiunge – non sapevo nemmeno dell’esistenza di questa società”. Dopo il Consiglio generale di Fondazione Fiera Milano di giovedì prossimo il sindaco di Milano incontrerà il vicepresidente facente funzione e rappresentante del Comune nell’ente, Davide Corritore.