Frasi "inaccettabili, un attacco allo Stato, al Comune, all’Istituzione che rappresenta la comunità di Buccinasco". Così il sindaco Rino Pruiti definisce le parole del boss Rocco Papalia, intervistato durante la trasmissione Mappe Criminali. "Non devo chiedere scusa a nessuno – ha detto Papalia –, gli errori che ho fatto li ho pagati in carcere, ora sono libero. Ho fatto più di lui (del sindaco, ndr) perché io, coi miei mezzi di movimento terra, di scavi, ho costruito mezza Buccinasco. Se c’è qualcuno che se ne deve andare è lui. È inutile che dice mafia, mafia. Dice che la mafia a Buccinasco ha perso. Ha perso perché non è mai esistita". Uscito dal carcere dopo 27 anni di reclusione, scontati per omicidio, sequestri, armi e droga, Papalia, dell’omonima cosca che ha portato la ‘ndrangheta alle porte di Milano da Platì, Reggio Calabria, ha dovuto scontare poi quasi due anni di casa lavoro in Abruzzo per aver commesso violazioni in regime di libertà vigilata e minacciato giornalisti. Tornato a casa, è continuata una guerra già cominciata due anni prima, con il sindaco che ha sempre voluto che Papalia chiedesse scusa per i reati commessi e il 70enne che ha risposto di "non dover chiedere scusa a nessuno". In mezzo alla diatriba c’è anche la questione del cortile della villetta di via Nearco: in una metà vive Papalia con la moglie Adriana Feletti (proprietaria), l’altra metà è confiscata. Resta da chiarire a chi appartenga il cortile comune: la moglie di Papalia lo rivendica, ma per Pruiti è l’ennesima sfida allo Stato. La questione finirà in tribunale, con l’udienza prevista per il 17 giugno. "Le parole di Papalia sono inaccettabili, non possiamo pensare di poter continuare a vivere accanto a un personaggio simile – ha commentato Pruiti –. Scriverò al prefetto perché a Buccinasco la ferita è ancora aperta e le minacce di Papalia non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. Un nuovo attacco allo Stato, e lo Stato deve reagire".
Francesca Grillo