"Ho preso le forbici per paura". Lo zio: Zhou è piccolo, l’ho difeso

Omicidio a Milano: cinese ai domiciliari racconta di aver ucciso ladro con forbici. Complice nega violenza. Autopsia in corso.

"Ho preso le forbici per paura". Lo zio: Zhou è piccolo, l’ho difeso

I rilievi in via Giovanni da Cermenate

"Quando sono uscito di casa ho preso da un tavolo vicino alla porta delle forbici: avevo paura che qualcuno mi potesse fare del male". Shu Zhou, uno dei due cinesi ai domiciliari per aver ucciso a forbiciate il 37enne Eros Di Ronza dopo averlo sorpreso a rubare gratta e vinci dal bar in via Da Cermenate, ha ripercorso davanti al gip Tiziana Gueli la reazione al furto sfociata nell’omicidio. "Erano le quattro del mattino ed ero ancora sveglio, ho sentito suonare l’allarme e sono uscito da casa", ha spiegato Shu Zhou rispondendo al giudice, che successivamente ha convalidato l’arresto del 30enne e del 49enne Liu Chongbing (difesi dagli avvocati Simone Ciro Giordano e Eugenio Rogliani) per omicidio volontario e stabilito la misura cautelare degli arresti domiciliari. "Quando sono uscito ho visto un soggetto con in mano un casco fuori dal bar – ha ripercorso Shu Zhou – la saracinesca era in parte aperta. Ho capito che c’era qualcuno dentro. Ho chiesto cosa stava facendo, lui mi ha risposto di andare via perché altrimenti mi ammazzava. Io mi sono spaventato, avevo paura che i due mi avrebbero picchiato. Io non volevo che il ladro con i gratta e vinci scappasse, allora ho cercato di afferrarlo per la maglietta. Lui ha iniziato a darmi dei pugni in testa, e allora l’ho colpito più volte alla pancia con le forbici".

Il complice, nel frattempo, era fuggito. In quei 30 secondi è intervenuto anche lo zio, Liu Chongbing, che "ha preso con le mani la testa del ladro per impedirgli di picchiarmi" e lo ha immobilizzato. "Poi ho visto che il ladro era fermo – prosegue il drammatico racconto – ho notato del sangue e ho buttato subito le forbici a terra". Il 30enne, durante l’interrogatorio, ha riferito che "era la quarta volta in questo anno" che il bar subiva un furto. Liu Chongbing ha spiegato di essere intervenuto per difendere il nipote perché "è piccolo e il ladro era troppo forte", e ha negato di aver colpito Di Ronza: "Ho solo cercato di dividerli". Una dinamica che potrebbe essere chiarita dall’autopsia, ancora da eseguire. È stata la titolare del bar a chiamare, alle 5.06, il 112, passando poi il telefono al figlio, che parla italiano. "Abbiamo già fermato il ladro – è la telefonata agli atti – adesso sta malissimo. L’abbiamo picchiato, sta quasi morendo". Nella telefonata, i cinesi spiegavano che l’uomo era stato colpito con un pugno. Ha chiamato i soccorsi anche una residente, che poi ha riferito alla polizia di aver visto "due persone intente a picchiare una persona distesa a terra, che chiedeva aiuto".

Andrea Gianni