REDAZIONE MILANO

"Ho provato con tutte le forze a salvarlo"

"Io non sapevo che il ferito fosse il mio collega, quando ho visto la moto sull’asfalto e le auto incidentate....

I soccorsi. Primo a intervenire il collega Giancarlo G., che stava percorrendo in auto la stessa strada

I soccorsi. Primo a intervenire il collega Giancarlo G., che stava percorrendo in auto la stessa strada

"Io non sapevo che il ferito fosse il mio collega, quando ho visto la moto sull’asfalto e le auto incidentate. Quando l’ho scoperto mi si è gelato il sangue". Giancarlo G., vigile del fuoco, è stato il primo a soccorrere il pompiere Filippo Masi, il suo capoturno, venerdì sera sulla SS 11 nel tratto tra Molino Dorino e Cornaredo.

Lei stava percorrendo la stessa strada in auto? "Esattamente. Ero un po’ più indietro. Non sapevo neppure come fosse la moto di Filippo, perché io me la ricordavo blu. A terra invece ce n’era una bianca. Mi aveva detto di averla cambiata ma in quel momento non ci ho nemmeno pensato. Io non ho visto l’incidente, mi sono ritrovato in quel punto poco dopo e sono subito sceso. A terra, peraltro, non c’era nessun motociclista: mi sono messo a cercarlo in un fosso lì accanto, invano. Poi l’ho trovato, incastrato tra due guardrail".

E l’ha sollevato da solo? "Sì, a fatica, perché in una mano tenevo il cellulare con la torcia attivata. Non si vedeva nulla. Nessuno mi aiutava, ho fatto tutto da solo. Solo quando ho guardato dentro il casco mi sono accorto che quel motociclista era Filippo. È stato terribile".

Ha provato quindi a rianimarlo? "Sì. Lui non era cosciente. Ho chiamato il 118 e, in collegamento con l’operatore, ho iniziato a praticargli il massaggio cardiaco. Ho fatto quello che ho potuto. Ora mi ripeto, con il senno di poi, che avrei potuto fare di più. Quando è arrivata l’ambulanza era già in condizioni disperate".

Conosceva Filippo da tanto tempo? "Da anni, da quando sono entrato nei pompieri. Eravamo quasi coetanei".

Vi eravate salutati, prima di uscire dal Comando? "Sì. Io l’ho visto con il casco e gli ho detto “ma sei in moto con questo freddo?“. Lui mi ha risposto di non preoccuparmi, perché le manopole erano riscaldate. Mezz’ora dopo l’ho trovato a terra".

M.V.