
"Ho sconfitto la paura" Da bambino bullizzato a maestro di arti marziali
di Alessandra Zanardi
"Da bambino sono stato vittima di bullismo. Ai tempi abitavo a San Giuliano, in un condominio ‘difficile’: in cortile i coetanei mi chiamavano ‘il figlio dello sbirro’, più di una volta sono stato aggredito senza motivo. Anche per questo, già all’età di sette anni, ho iniziato a praticare arti marziali. Prima judo e poi karate, per acquisire le nozioni dell’autodifesa". Gianluca Fumarola, 38 anni, figlio di un carabiniere oggi in pensione, un passato tra San Giuliano e Cerro al Lambro, racconta così gli esordi della passione e del lungo percorso che, dopo varie esperienze, lo hanno portato a diventare “sifu”, ossia maestro, di wing chun, antica arte marziale orientale.
Una disciplina, alla quale Fumarola ha anche dedicato un libro fresco di uscita, “Wing chun kung fu”, per spiegare le potenzialità del corpo e della mente nell’applicazione delle tecniche di questa pratica di combattimento, che rappresenta uno stile del kung fu. Una pratica che Fumarola ha perfezionato attraverso alcuni viaggi in Cina: durante uno di questi, è stato l’unico allievo occidentale del maestro Dennis Lee, che per lui ha ideato l’appellativo di “ching lim”, “pensiero positivo”.
"Ho sempre desiderato andare alla fonte di questa disciplina, inventata da una donna nel ’600. La leggenda narra che un giorno la donna vide combattere un serpente e un airone e ideò il wing chun riproducendo i movimenti dei due animali. In realtà, la donna aveva un marito violento e ha quindi acquisito questa tecnica di autodifesa – spiega Fumarola –. Il wing chun non è solo un metodo di combattimento, è anche un codice etico, con 9 regole che parlano di rispetto e altruismo".
Negli anni, il 38enne ha insegnato arti marziali ad alcuni reparti della polizia locale italiana, e anche alle forze speciali dello Sri Lanka. Dall’età di 20 anni inoltre impartisce lezioni in palestre e centri sportivi. "Le persone che vogliono imparare queste tecniche sono mosse dai motivi più svariati: alcune hanno vissuto esperienze spiacevoli, che non sono riuscite a gestire, altre hanno una bassa autostima – prosegue –. Prima ancora d’imparare il metodo di combattimento, l’importante è acquisire sicurezza in se stessi, nella consapevolezza che la miglior difesa è evitare lo scontro".
"Il mio percorso personale mi ha portato anche verso l’esoterismo e la medicina cinese; di certo le arti marziali rappresentano un mondo con molte sfaccettature, da approfondire e sperimentare. Ora il mio obiettivo è portare le arti marziali nel cinema". Fumarola, in effetti, è anche attore. Un suo recente cortometraggio, "L’invisibile", realizzato insieme al regista Felipe Cilo Acevedo, è dedicato ai senzatetto e verrà proiettato a Milano il 17 ottobre, in occasione della giornata contro la povertà.