ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

I Ching o l’arte di interpretare 64 esagrammi

Flaminia Momigliano ha incontrato il Libro dei Mutamenti a 24 anni: "Tutto merito di una mia amica..."

di Annamaria Lazzari

La più nota esperta italiana dell’I Ching, il più antico testo divinatorio cinese, è una milanese. Flaminia Momigliano, classe 1955, ha incontrato il Libro dei Mutamenti a 24 anni, in un periodo duro della sua esistenza. Ha appreso l’arte di interpretare i 64 esagrammi dove, come dice Emmanuel Carrère "trova espressione l’infinita varietà della vita", scrivendo poi decine di libri. Ha vissuto anche a Shangai e New York, collaborando con giornali, radio e tv. Oggi vive fra Milano, la campagna romana e la Spagna, continuando a insegnare privatamente l’antico volume. Cultori dell’I Ching, composto migliaia di anni fa, sono stati il compositore John Cage, lo scrittore Philip Dick, lo psicologo Jung. Gli junghiani però non la entusiasmano: "Non amo chi dà un’interpretazione alla sua maniera. È il libro il maestro".

Questo testo circolava già nella sua famiglia?

"Figuriamoci. I Momigliano sono imprenditori o letterati (il critico Attilio Momigliano è un suo avo ndr). L’I Ching l’ho conosciuto a 24 anni, dopo il primo divorzio, una vita da single a cui non ero abituata, l’incontro con la cocaina. Fu una mia amica a regalarmi il libro, grazie a cui, da sola, ho avuto la forza di smettere".

Gli esagrammi sono 64, formati da sei linee spezzate o intere che danno ulteriori indicazioni. Chi le ha insegnato a interpretarli?

"Giacometta, signora scampata ai campi di concentramento che leggeva l’I Ching al gotha intellettuale di Roma. Ma la teoria è niente senza esperienza. Che un esagramma o una linea significhino una cosa o un’altra è una conoscenza che ho acquisito sul campo. Per comprendere “Il Pozzo” ci ho messo 5 anni".

La sua è un’arte divinatoria? "Io faccio analisi comportamentale. Alle persone che mi vengono a trovare cerco di trasmettere qual sia il miglior comportamento per ottenere determinate cose. L’I Ching non dice se una cosa succederà ma se è bene per sé fare qualcosa".

Cambia la vita alle persone? "Non esageriamo. Cerco di dare alle persone un’ottica differente sulle cose: quando si pensa al bene per sé, non si accetta passivamente quello che manda il destino".

Chi ha un consiglio lo segue? "Non sempre. Un grande industriale prima di sposarsi mi aveva interpellato. Ma il libro disse che stava facendo un errore. Lui fece di testa sua. Finì che divorziarono e lei gli levò quasi tutto. Alla fine ero triste per lui".

A chi ha offerto consulenza?

"Dalla lattaia all’imprenditore delle telecomunicazioni. A politici, attori, artisti, a una cantante che ha fatto l’ultimo Sanremo… Nomi non li farò mai".

Qualcuno le avrà chiesto quando ci sbarazzeremo del virus.

"Mi sono sempre rifiutata di rispondere. Come faccio a chiedere al libro quale sarà l’andamento della pandemia se in Inghilterra si prendono certe decisioni, negli Usa altre o in Italia altre ancora?".

Come ha vissuto l’ultimo anno?

"Ho avuto la gioia di aiutare gli altri, insegnando online e trasmettendo forza, attraverso la filosofia del libro. Qualche settimana fa mi hanno telefonato degli inglesi a cui aveva detto anni fa che “presto ma non molto presto sarebbero stati contenti di non essere nell’Unione Europea”. Erano scettici, oggi mi danno ragione. Ma avrei preferito avere torto".