MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

I costruttori al Comune: "Case popolari insostenibili. Bisogna ridurre la quota"

Studio di Cottarelli: "Antieconomico fare housing sociale con queste regole. In città servono 9.300 appartamenti all’anno. La Giunta modifichi i vincoli".

Sopra, Federico Oriana, Regina De Albertis, Carlo Cottarelli e Cristiano Brambilla

Sopra, Federico Oriana, Regina De Albertis, Carlo Cottarelli e Cristiano Brambilla

Assimpredil, l’associazione delle imprese edili milanesi, Confindustria Assoimmobiliare e Aspesi schierano il professor Carlo Cottarelli per chiedere al Comune di cambiare radicalmente la politica urbanistica cittadina in vista della stesura del prossimo Piano di governo del territorio. La richiesta principale emersa durante al presentazione dello studio – curato dal direttore del Programma di Educazione per le Scienze Economiche e Sociali dell’Università Cattolica e intitolato “Lo sviluppo immobiliare a Milano: perché si costruiscono poche abitazioni?“ – è la seguente: ridurre la quota obbligatoria di Edilizia residenziale sociale (Ers) dall’attuale livello del 50% o più al 15-20%, perché – sottolinea Cottarelli – "ciò potrebbe aumentare non solo l’offerta sul mercato libero, ma anche la disponibilità degli appartamenti Ers".

Il ragionamento del professore – già autore del Piano di spending review commissionato dal Governo Renzi (piano archiviato), successivamente chiamato dal presidente della Repubblica a formare un Governo tecnico dopo le elezioni politiche del 2018 (tentativo fallito), poi senatore eletto nelle liste del Pd ma dimessosi per accettare l’incarico in Cattolica – si basa sui numeri: "Lo studio mette a confronto i conti economici della realizzazione di un immobile (sotto i 10.000 mq) analizzando due diversi scenari, il primo tutto in edilizia libera ed il secondo con il vincolo di riservare il 50% all’Ers: utilizzando la normativa recentemente modificata e i valori attuali di prezzi di vendita e costi di produzione, l’analisi dimostra che, in presenza di vincoli Ers, il progetto di sviluppo si concluderebbe con oltre un milione di euro di perdita per l’impresa costruttrice. Questi risultati spiegano perché gli ultimi bandi del programma Reinventing Cities siano andati deserti, bloccando così la realizzazione non solo di abitazioni sul mercato libero, ma anche di quelle per Ers". Parole sottoscritte dalla presidente di Assimpredil Regina De Albertis: "Alle condizioni attuali è impossibile per un operatore del settore realizzare alloggi in housing sociale. A meno che il Comune non decida di cambiare le regole. La priorità e la sfida che abbiamo di fronte per i prossimi anni è quella di creare un’offerta adeguata di abitazioni per tutti i livelli di reddito". Cristiano Brambilla, presidente Comitato Milano di Confindustria Assoimmobiliare, afferma che "lo studio evidenzia con chiarezza il disallineamento presente oggi nel mercato di Milano tra la domanda di abitazioni e l’offerta che nel 2024 probabilmente arriverà a coprire appena il 28% del fabbisogno". Una situazione di emergenza sottolineata anche da presidente di Aspesi-Unione Immobiliare Federico Filippo Oriana: "Lo studio svolto dal professor Cottarelli ha confermato quello che noi diciamo da tempo e abbiamo ribadito con forza anche di fronte alle iniziative anti-immobiliare in corso: a Milano si mette sul mercato ogni anno un numero ridicolo di alloggi nuovi, drammaticamente insufficiente ad affrontare l’emergenza abitativa".

Lo studio prevede che Milano passerà da 1.419.100 residenti censiti nel 2023 a 1.483.400 residenti nel 2039. Arriveranno dunque nel capoluogo lombardo 74 mila persone in più da qui ai prossimi 15 anni, quasi 5mila all’anno. Se solo il 15% di queste famiglie avesse bisogno di una casa nuova, la richiesta aggiuntiva di nuove abitazioni in città salirebbe di oltre 4.300 all’anno e arriverebbe a quota 9.300 nuove case all’anno da qui al 2039. Numeri utopistici, con le attuali regole urbanistiche.

"Utilizzando i dati disponibili, forniti anche dal Comune – spiega Cottarelli – a Milano, a fronte di una richiesta stimata di 9.300 nuove case ogni anno fino al 2038 (5mila per l’aumento previsto delle famiglie residenti e 4.300 come probabile riflesso del turnover delle famiglie ora abitanti nel Comune) sono state vendute nel primo trimestre del 2024 solo 648 abitazioni nuove e, su base annua, si potrà arrivare alla vendita di circa 2.600 appartamenti, cioè solo il 28% del fabbisogno stimato".