GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

I diritti degli studenti con disabilità. Francesco e la gita di classe in bilico per un certificato chiesto all’ultimo

Il 25 novembre scuola, servizi sociali e Asst concordano le modalità per la sua partecipazione al viaggio. Ma sei giorni fa il Comune fa sapere che occorre una "dichiarazione clinica". E manca ancora l’operatore. .

Daniela Meroni e il figlio Francesco, iscritto al quarto anno del liceo Donatelli Pascal

Daniela Meroni e il figlio Francesco, iscritto al quarto anno del liceo Donatelli Pascal

Fino al 25 novembre sembrava andasse tutto come deve andare quando c’è da garantire ad uno studente con gravissima disabilità la partecipazione ad una gita scolastica, il diritto a stare coi coetanei e a seguire il percorso formativo stabilito dalla scuola anche quando preveda attività fuori dalla classe. Lo studente in questione si chiama Francesco e frequenta il quarto anno del liceo Donatelli Pascal di Milano. La gita è in agenda a maggio: 5 giorni in Irlanda. Il 25 novembre tutti gli enti interessati si sono ritrovati al tavolo per un "incontro di Rete" finalizzato a "favorire la partecipazione alla gita" di Francesco. Al tavolo si ritrovano, per l’esattezza, la dirigente del liceo, il medico di base di Francesco, l’assistente sociale del Comune di Segrate (dove risiede lo studente), tre dottoresse della Struttura Complessa Fragilità dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Melegnano-Martesana, due rappresentanti della onlus Coordinamento Sociosfera e Daniela Meroni, la madre del ragazzo. Il verbale dell’incontro è inequivocabile e racconta che, nonostante alcune comprensibili difficoltà, gli enti si sono suddivisi i compiti in modo da garantire a Francesco di partecipare alla gita.

Nel documento si legge che "l’incontro termina con tali accordi": "Si prevede una compartecipazione di spesa tra Comune, scuola e ASST" per "contribuire concretamente alla spesa necessaria per l’accompagnatore di Francesco". La figura individuata è quella dell’Operatore socio sanitario (Oss). "La famiglia dichiara di farsi carico delle spese relative alla formazione dell’accompagnatore". Ancora, "per reperire la risorsa, in primis si attiverà la scuola verificandone la disponibilità con la cooperativa che gestisce l’educativa scolastica. In un secondo tempo, in assenza di personale reperito dalla scuola, il Comune cercherà tale figura tra gli enti accreditati per gli interventi sociali integrativi". Infine "il medico di base stilerà il piano di assistenza con le esigenze sociosanitarie di Francesco". Tutto perfetto, non fosse che il 13 febbraio, 6 giorni fa, il Comune di Segrate invia una lettera agli enti che hanno partecipato all’incontro e alla famiglia di Francesco chiedendo di avere "una dichiarazione di tipo clinico che attesti sia la sussistenza delle condizioni di sicurezza sia che la partecipazione allo stage (gita ndr) non sia pregiudizievole per lo stesso". Non un certificato di facile ottenimento, non di uso comune. La domanda, allora, è inevitabile, ed è quella che si pone Daniela, madre di Francesco: "Perché chiedere questo certificato adesso, a distanza di mesi da un incontro, quello del 25 novembre, al quale nessuna delle autorità sociosanitarie presenti né tantomeno il medico di base, ha obiettato nulla sulla partecipazione di Francesco alla gita? Non è la prima volta che mio figlio va all’estero e affronta un viaggio". A rispondere è Paolo Micheli, sindaco di Segrate: "Ce lo ha richiesto il legale che segue il Comune. E lo abbiamo fatto presente solo quando la responsabilità di trovare l’operatore socio sanitario è ricaduta su di noi, non essendoci fin qui riuscita la scuola". Il problema, quindi, è doppio: il certificato richiesto e il reperimento dell’operatore. Dopodomani, però, la scuola dovrà acquistare i biglietti aerei per l’Irlanda. Da qui la denuncia di Daniela: "La scuola sta facendo tutto il possibile, chiedo al Comune una soluzione al più presto e che non finisca come al solito, che non debba assistere io mio figlio 24 ore su 24 durante la gita perché questo nuoce al suo percorso di autonomia e al suo diritto di stare coi coetanei senza la mamma".