Un anno fa, per l’esattezza il 17 gennaio 2024, il Governo apriva un tavolo di confronto con le associazioni della disabilità e i sindacati con l’obiettivo di raccogliere tutti gli elementi utili al varo di una legge che riconosca una volta per tutte il ruolo e il lavoro dei caregiver famigliari e garantisca loro un sostegno economico, un trattamento previdenziale ma anche la prospettiva di un progetto di vita scisso da quello della persona della quale si prendono cura. Il caregiver famigliare, infatti, è colei o colui che ogni giorno assiste un figlio, un genitore o un parente con gravissima disabilità, non autosufficiente, rinunciando il più delle volte ad avere una vita professionale e colmando il vuoto di servizi lasciato dallo Stato, dalle Regioni e dai Comuni. Dopo 12 mesi di confronto, il 24 dicembre i ministri Alessandra Locatelli (Disabilità) e Marina Elvira Calderone (Lavoro e Politiche sociali) hanno presentato in Consiglio dei ministri "un’informativa sull’inizio di valutazione del disegno di legge di iniziativa governativa per il riconoscimento e la tutela del caregiver familiare". Solo un’informativa. E con un titolo prolisso e impregnato di cautela. Ma un elemento da non sottovalutare c’è: l’"iniziativa governativa" può ridurre i tempi di approvazione del provvedimento. Tra i partecipanti al tavolo c’è Alessandro Chiarini, bresciano, papà di un ragazzo con gravissima disabilità e presidente di Confad, il Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità.
Chiarini, quali aspettative nutre per il 2025: sarà l’anno buono per il varo della legge?"Per noi il 2025 sarà l’anno della verità. Dopo dodici mesi di confronto il Governo ha a disposizione tutti gli elementi che servono per scrivere e approvare una legge che riconosca i caregiver famigliari e dia loro quel sostegno reale e concreto al quale hanno diritto. Chiediamo all’esecutivo di procedere al più presto al varo del provvedimento facendo sintesi delle necessità emerse in questi mesi, recuperando e aumentando gli stanziamenti inseriti in due fondi in origine destinati proprio ai caregiver famigliari e tagliando i tempi della politica, le cui lungaggini sono spesso inaccettabili. Basti pensare che il tavolo è stato convocato a gennaio 2024 sebbene la legislatura sia iniziata a ottobre 2022. Eppure il tema dei caregiver era nel programma elettorale dei partiti del centrodestra. Inoltre Confido che il Governo nel frattempo dia corso ad un intervento legislativo anche per assicurare l’esonero o quantomeno la semplificazione della procedura di rendicontazione annuale del caregiver familiare quando questi è contemporaneamente il tutore o amministratore di sostegno del parente convivente con disabilità accudito. Siamo riusciti a far sottoscrivere e approvare un ordine del giorno che impegna il Governo in questo senso, quindi attendiamo una risposta".
Quali sono i punti per voi fondamentali che vi aspettate di ritrovare nella legge?"Un punto per noi dirimente è quello relativo ai destinatari del provvedimento. Bisogna garantire supporto economico e previdenziale prima di tutto ai caregiver famigliari conviventi, vale a dire a coloro che tutti i giorni e per tutto il giorno si prendono cura di un proprio caro con gravissima disabilità non autosufficiente. Queste persone nella stragrande maggioranza dei casi hanno scelto di rinunciare ad una vita professionale perché assorbiti completamente dal lavoro di cura e non possono essere equiparate a chi fa il caregiver per alcune ore al giorno o a settimana senza vivere sotto lo stesso tetto dell’assistito. Una buona legge deve garantire tutele e sostegno crescenti al crescere dell’impegno e delle responsabilità che gravano sul caregiver che, nella nostra visione, non ha diritto solo ad un robusto sostegno economico e alla previdenza, ma anche ad un progetto di vita: vogliamo che il caregiver famigliare possa avere la possibiità di emanciparsi".
Sulla definizione della platea, però, non tutte le associazioni la pensano allo stesso modo."Purtroppo no. I sindacati e alcune associazioni non ritengono di dover garantire prima di tutto i caregiver famigliari conviventi, ma questo, dal nostro punto di vista, non è equo per i motivi che ho appena espresso e rischia di creare una situazione per la quale si garantisce poco, troppo poco, a tanti costringendo le famiglie a rivolgersi ad una rete di servizi che spesso è tale solo sulla carta, spesso mancano sia i servizi sia la rete".
Stando alle stime Istat, la differenza di platea è notevole: se si adotta una definizione estensiva, i caregiver sono circa 7 milioni perché tra questi rientrerebbe pure chi assiste un proprio caro per sole 2 ore a settimana, si scende invece a 200mila persone se ci si focalizza su chi garantisce almeno 20 ore a settimana."Io al momento posso dire soltanto che il ministero per le Disabilità ha espresso apprezzamento per la nostra posizione e per quella di chiunque abbia chiesto di soffermarsi prioritariamente sui caregiver famigliari conviventi, quindi ci aspettiamo una legge che parta da qui".