REDAZIONE MILANO

I "gilet" di Pappalardo coi neofascisti di Fiore

L’alleanza con Forza Nuova sancita in un hotel di Brera. Poi il sit-in contro le restrizioni. davanti al Monumentale

"Noi siamo il popolo, non siamo né di destra né di sinistra", arringava lo scorso 2 giugno in piazza del Popolo a Roma Antonio Pappalardo, dopo aver invitato i presenti ad abbracciarsi ("Vediamo se viene il coronavirus...") e a buttare nel cestino le mascherine ("Ci sono già ricoveri di persone che l’hanno indossata per troppo tempo..."). A cinque mesi esatti da quella manifestazione all’insegna del negazionismo, che ebbe come prologo un raduno in piazza Duomo il 30 maggio (con assembramenti e conseguenti sanzioni), sembra che i Gilet arancioni, fondati dal generale di brigata in congedo, abbiano preso una direzione precisa, peraltro ampiamente intuibile viste le premesse: verso destra, anzi verso l’estrema destra. Sì, perché domenica mattina è andato in scena all’Hotel Centro Congressi-Museo dei Navigli di via San Marco, nel cuore di Brera, un incontro per tenere a battesimo la nascita della "Federazione dei movimenti popolari spontanei-Comitato Italia Libera". Chi c’era in quell’albergo? Da una parte Pappalardo e i coordinatori locali Daniele Frau (Sardegna) e Peter Colletti (Sicilia), dall’altra il presidente di Forza Nuova Roberto Fiore. Ventiquattro ore dopo, ieri pomeriggio, un centinaio di persone tra "arancioni" ed esponenti di estrema destra si sono ritrovate davanti al Cimitero Monumentale per protestare contro le restrizioni anti-contagi imposte dal Governo: "La libertà non è negoziabile: o la si esercita o la si riconquista". Il presidio è stato monitorato da carabinieri e polizia, ma non ci sono stati momenti di tensione.

Nicola Palma