STEFANIA CONSENTI
Cronaca

I gioielli dal passato La missione di Manfredi: "Regalare la bellezza E non mi pento di nulla"

L’ascesa, la crisi e la lenta risalita del designer e maestro orafo. Espone i suoi gioielli-sculture all’Ambrosiana in dialogo con Raffaello.

I gioielli dal passato La missione di Manfredi: "Regalare la bellezza E non mi pento di nulla"

di Stefania Consenti

Dei mitici anni ’80 Giulio Manfredi ha ricordi splendidi ma non rimpiange nulla. New York è stata casa sua per 26 anni, una maison di 350 metri quadrati in Park Avenue, e tante amicizie influenti, dai Cuomo ai Rockfeller. È stato un periodo florido ma poi "come spesso accade quando si è all’apice, il vento ha cambiato rotta. Ma non c’è stato un cedimento della creatività, solo il ridimensionamento dell’azienda che oggi conta 30 dipendenti. Guardo al futuro". Si racconta a tutto tondo questo grande artista, designer e maestro orafo che con la sua matita ha creato dei capolavori unici. "Arte indossabile". Una selezione di opere orafe sono esposte nella splendida sala che ospita il Cartone di Raffaello per l’affresco vaticano della Scuola di Atene, all’Ambrosiana, per celebrare con una mostra singolare (aperta fino all’ 11 aprile) il cinquecentenario del maestro urbinate, mostra "offuscata" dal Covid.

Ci accoglie nella sua meravigliosa dimora, a due passi dalla Scala, che fu anche la residenza di Giacomo Puccini per oltre 30 anni. "Sono portato a creare collezioni uniche, privilegio il rapporto personale. Sono onorato dei tanti incarichi istituzionali ricevuti in questi anni", racconta Giulio Manfredi. Nel 1992 per le celebrazioni del cinquecentenario di Piero della Francesca, il ministero per i Beni Culturali gli chiese di creare dodici gioielli scultura per la mostra Con gli occhi di Piero, allestita nella Basilica di San Francesco ad Arezzo. Nel 2006 il Centro Nazionale Studi Manzoniani gli assegnò l’incarico di creare sette gioielli scultura per la mostra L’emozione del sogno, Giulio Manfredi interpreta Alessandro Manzoni (le opere sono oggi patrimonio del museo). Per papa emerito Benedetto XVI, (che ci ha lasciato a dicembre) nel 2011 su invito del cardinale Gianfranco Ravasi, allora presidente del Pontificio consiglio della Cultura, realizzò una papalina in oro, argento e diamanti, a celebrare i 60 anni di ordinazione sacerdotale. È stato forse l’incarico che gli ha procurato più emozione, "soprattutto perché ha voluto incontrarmi, mi sono sentito onorato, lui che aveva così tanti impegni ha trovato il tempo per ringraziarmi".

L’avventura della Manfredi parte nel 1973, un’azienda "nella quale si fondono le tecniche più avanzate con l’insostituibile mano dell’artigiano, nel solco della più nobile tradizione dell’arte orafa italiana". "Sono un creativo, il pensiero precede la materia, il periodo di riferimento resta il Rinascimento. Lavoro molto sui dettagli ma senza la squadra non potrei realizzare questi piccoli capolavori".

E si resta veramente stupiti ad ammirare la serie di ventuno lavori in mostra all’Ambrosiana. Manfredi si ispira alle figure dei personaggi del Cartone, così Pitagora diventa una collana in oro e smeraldo dalla sottile tessitura geometrica, Eraclito si trasforma in un pendente in crisoprasio turchese. "Un dialogo tra disegni di mani e tempi tanto diversi che pure hanno qualcosa da dirsi", esorta Marco Ballarini, prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana.