di Marianna Vazzana
MILANO
Il giorno dei bombardamenti che colpirono Gorla, il 20 ottobre del 1944, Gianni Banfi, che allora aveva 7 anni, andò dal quartiere Greco fino a viale Monza insieme ai suoi familiari "perché avevamo dei parenti in quella zona". Quello che ha visto "mi è rimasto dentro, è il ricordo più nitido che ho della mia infanzia: cavalli morti, case sventrate, tram rovesciati. Nessuno mi disse nulla della scuola distrutta e della morte di 184 bambini. Ero troppo piccolo". Banfi, oggi 86enne, disegnatore progettista in pensione, nato e cresciuto a Greco, "in via Comune Antico 7", è la memoria storica del quartiere e uno degli esperti dell’associazione Antichi borghi milanesi. Su Greco ha scritto quattro libri.
Com’era il quartiere, 80 anni fa?
"Era tutto diverso, con case di ringhiera. Il primo palazzo “moderno“, con i servizi in ciascun appartamento, è stato quello di viale Rimembranze di Greco 55. Mi viene tristezza a pensare che, tra i grechesi della vecchia generazione, io sia il più anziano rimasto. Ho sempre abitato qui".
Nel suo ultimo libro raccoglie le storie di tanti “personaggi“ del quartiere. Ce ne descrive uno?
"Mi viene in mente El Luisin, Luigino Redaelli, che insieme alla moglie teneva le redini della cartoleria di viale Rimembranze angolo piazza Greco. Finito il turno di tranviere, prendeva posto dietro il bancone e serviva i clienti, dai piccoli ai grandi, con il massimo impegno. Per dire, saliva sulla scala e spostava scatole anche solo per cercare uno spillo. La sua pazienza, disponibilità e dolcezza sembravano infinite. Purtroppo non c’è più da qualche anno ma la figlia Rossella gestisce l’attività seguendo le sue orme. I “personaggi“ sono anche parte di una mostra".
Quale?
"La mostra diffusa sull’antico comune di Greco Milanese, all’aperto, sul sagrato di San Martino, promossa dalla Fondazione Carlo Perini con la collaborazione di più realtà in occasione dell’anniversario centenario dell’annessione a Milano. I pannelli resteranno per le festività. Tra le foto, quelle di chi abitava la “Cort di Pures“, rinata con il nome di Borgo Cascina Conti. Noi residenti ci siamo battuti per un restauro conservativo".