Il 2024 è volto al termine da pochi giorni e per i negozianti di Corso Buenos Aires è tempo di bilanci: tante le questioni spinose che hanno coinvolto in prima persona gli esercenti di zona e che per molti di loro saranno una matassa da sbrogliare nel 2025. Dalla pedonalizzazione massiva del corso, al caro affitti che sta vessando i piccoli negozi fino alla microcriminalità che serpeggia nell’area. "Al momento a Milano ci sono tante questioni delicate, a partire dai cantieri - spiega Gabriel Meghnagi (nella foto), presidente di Ascobaires, l’associazione di via di aorso Buenos Aires aderente a Confcommercio Milano - Molti credono che ci sia un’avversione verso le ciclabili, ma il problema è molto più profondo: questa scelta, infatti, scontenta non solo chi possiede un negozio lungo la strada, ma anche chi abita in questa zona".
Meghnagi, facciamo un piccolo bilancio: com’è andato lo shopping natalizio per i negozianti di corso Buenos Aires?
"Le vendite sono andate meglio dello scorso anno. Nel periodo autunnale e invernale abbiamo registrato un calo degli acquisti online, soprattutto per quanto riguarda l’abbigliamento; molti clienti preferiscono recarsi sul posto, provare gli abiti ed essere sicuri di comprare un capo adatto a loro, senza l’incombenza dei resi. Diciamo che i milanesi hanno ancora voglia di andare in giro per negozi e dare un’occhiata alle vetrine".
Intanto nel quartiere sono in corso diversi lavori per allargare i marciapiedi, inserire nuovo verde e realizzare una pista ciclabile. Cosa ne pensano i commercianti di zona?
"Partiamo da un dato: corso Buenos Aires è abitato al 90%, il resto sono uffici. Questo vuol dire che i lavori in zona sono un problema per tutti: dai commercianti fino agli abitanti di quartiere. A lungo andare diventerà un’impresa fare la spesa e tornare a casa con le buste pesanti o per le ambulanze diventerà sempre più difficile raggiungere le case da cui hanno ricevuto una chiamata d’emergenza".
Milano è anche una città molto costosa: il caro affitti ha colpito anche i negozianti di Buenos Aires?
"Si tratta di un tema molto sentito: le grandi catene continuano ad aprire attività e per loro i costi non sono un problema, ma per il piccolo - medio commerciante il peso degli affitti comincia a farsi sentire e alcuni di loro scelgono di chiudere e spostarsi nelle vie limitrofe, rinunciando alla visibilità che Buenos Aires offre e di conseguenza a una parte di guadagni".
Ci sono soluzioni possibili per aiutare i commercianti?
"Da tempo il presidente di Confcommercio Sangalli ha proposto una cedolare secca per far sì che le proprietà paghino meno tasse e di conseguenza facciano risparmiare l’inquilino. Passeggiando per le strade di Milano è facile incappare in negozi vuoti e abbandonati: in questo modo l’immobile si rovina e perde valore. Bisogna affrontare la questione o si rischia un impoverimento dei centri".
Un altro tasto dolente riguarda la microcriminalità: cosa ne pensano i negozianti di zona?
"Mi auguro che l’anno nuovo porti qualche miglioramento ma per adesso la sicurezza è un tema che preoccupa molto i commercianti. In Corso Buenos Aires capitano diversi furtarelli e molti negozianti, per paura di ritorsioni o reazioni violente, non intervengono. Preferiscono farsi derubare. Fino a pochi anni fa certe situazioni non sarebbero mai avvenute in pieno centro. La microcriminalità a Milano non è una percezione di pochi cittadini impressionabili o un tema gonfiato dai media, è una questione che merita la giusta attenzione".