Milano, 3 dicembre 2024 – "Il chirurgo plastico ha il dovere di negare interventi quando non li ritiene necessari". La convinzione di Alessia Glenda Buscarini, medico chirurgo, specializzato in chirurgia plastica, e direttrice di “The Clinic” a Milano, secondo cui un professionista serio deve sapere dire no a richieste da parte di pazienti che si aspettano trasformazioni estetiche irrealizzabili. Sono modelli spesso veicolati dai social network che diffondono, secondo l’esperta, "un canone estetico omologato che non tiene minimamente conto dell’anatomia individuale, della propria unicità". Fra le aspettative impossibili da esaudire, il caso limite di una donna di 60 anni, forte fumatrice, che non si era mai presa cura del suo viso, convinta che qualche seduta di laser e ultrasuoni potesse farla assomigliare alla giovane supermodella Bella Hadid. Invece un 40enne prima della liposuzione era ingrassato in pochi mesi di numerosi chili, certo che la cannula potesse aspirargli l’adipe accumulato, nonostante gli fosse stato detto di mantenere il peso stabile, per evitare complicazioni come la pelle in eccesso.
Nelle richieste influiscono i genitori?
"Durante la prima visita a una 18enne interessata in apparenza a un seno più prosperoso, ha parlato quasi solo la madre. Notiamo qualcosa di strano. Quindi abbiamo fatto tornare la ragazza dopo qualche giorno per visionare gli esami richiesti, l’abbiamo fatto entrare da sola. La giovane ci ha raccontato che era la madre, preoccupata perché non aveva trovato ancora un fidanzato, a spingerla a sottoporsi all’intervento ma che lei desiderava essere accettata così com’era. Non è stata operata, ovviamente".
Un caso isolato?
"Purtroppo no. Sono troppe le madri che desiderano che le figlie, soprattutto minorenni, si sottopongano a una procedura per aumentare il seno. Credono che sia il requisito necessario per lavorare in televisione o diventare un’influencer. In Italia, lo ricordo, c’è una legge che prevede che l’impianto di protesi mammaria a soli fini estetici è consentito soltanto su coloro che abbiano compiuto la maggiore età. Eppure oggi il 15% delle telefonate per una prima visita coinvolge “under 18“. Sono richieste irricevibili, come quelle di pazienti magrissime che vorrebbero una quarta o quinta di seno. Un medico che fa bene il suo lavoro deve tener conto delle proporzioni. La bellezza va di pari passo con l’armonia, bisogna evitare un risultato artefatto. Così non è detto che un naso piccolo e con la punta all’insù vada bene su qualsiasi volto".
Margaret Spada, la ventiduenne morta il 7 novembre scorso a Roma dopo essersi sottoposta ad un intervento di rinoplastica parziale in un ambulatorio privato, ha trovato il chirurgo su Tik Tok. Quanto è diffuso questo approccio?
"Moltissimo. Sono sempre più numerosi i giovani che scelgono il chirurgo sulla base dei follower. Un vero dramma, in quanto il numero di follower che possono essere anche comprati non è garanzia di professionalità. Sarebbe più utile sincerarsi che il chirurgo sia iscritto a un’associazione seria di chirurghi plastici ed estetici, come la Sicpre (Società Italiana di Chirurgia Plastica ricostruttiva - rigenerativa ed estetica), o la Isaps (International Society of Aesthetic Plastic Surgery). Ma non è l’unico problema dei social. Sono fonte di omologazione estetica: su Instagram è un trionfo di uomini e donne che hanno gli stessi zigomi alti, la stessa forma di sopracciglia, la mascella squadratissima. Si arriva persino a togliere le bolle del Bichat (accumulo di grasso che si forma nella zona sotto lo zigomo, ndr) che hanno un ruolo centrale nella masticazione per aver un viso più affilato. Io mi rifiuto di farlo, ma non tutti seguono il mio approccio".