RiccardiIl bisesto 2024 per l’Italia con ombre e luci di speranza. Che nonostante le nubi nere all’orizzonte ci spinge all’ottimismo illuministico della ragione. Fiducia sorretta dalla volontà del fare. Caratteristica tipica del nostro popolo che reagisce impegnandosi di fronte alle avversità. Con problemi costretti ad importare unitamente all’Europa che, dallo scoppio della guerra russo-ucraina, subisce il gravoso rialzo del prezzo del gas con un rincaro superiore da 3 a 5 volte rispetto a quello pagato da Cina ed Usa. Si altera la competitività. Prezzi troppo alti per i mercati sino-americani. La Germania in piena crisi dello automotive e la Francia nel lusso verso la Cina, ora domestica nell’abbigliamento. Risultano particolarmente penalizzate molte PMI italiane che per l’eccellenza delle loro produzioni forniscono componenti per l’auto ovvero merce finita a marchio transalpino. Comunque l’economia dello Stivale va e la disoccupazione si è ridotta notevolmente. Abbiamo la palla al piede del debito pubblico che limita di molto l’azione espansiva dei governi. Siamo malati di scioperite e ci flagelliamo con slogan “muoia Sansone con tutti i filistei”. La globalizzazione sembrava costituire l’antidoto per ampliare i mercati, incentivare i commerci e pacificare le parti del globo da sempre in guerra. Non è stato così. La Cina, pur in salute non ottimale, avanza con il suo sistema di rigida autarchia partitica. Gli Usa, dati frettolosamente per spacciati, hanno un’economia solida nella contraddizione dell’odio anti occidentale di certa parte giovanile. L’Europa manca di identità. Non conosce sé stessa. Troppo il frazionamento che divide. E l’Italia? Ingeneroso è il peste e corna addossato. C’è tanto da fare per uscire dal tunnel. Si intravede però quel raggio di luce che infonde il coraggio e scaccia la paura.
CronacaI Paesi in crisi e l’ottimismo della ragione