ANDREA GIANNI
Cronaca

Inchieste sui cantieri milanesi: il limbo degli acquirenti. “Palazzi sotto sequestro, siamo preoccupati”

Il caso Residenze Lac, vita in sospeso dal 19 luglio per 70 famiglie. Cristian Coccia: "Per ora non rinuncio: oltre al danno, i prezzi sono andati alle stelle"

Il complesso Residenze Lac è sotto sequestro da luglio

Il complesso Residenze Lac è sotto sequestro da luglio

Milano – "Stiamo osservando quello che sta accadendo con sempre maggiore preoccupazione: chiediamo risposte e un intervento che ci aiuti a uscire da una situazione che sta diventando paradossale". Cristian Coccia è uno degli acquirenti di un appartamento nel complesso delle Residenze Lac in via Cancano, affacciate sul Parco delle Cave, uno dei tre cantieri milanesi posti sotto sequestro per presunti abusi edilizi.

Sequestro deciso dalla gip Lidia Castellucci e chiesto dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, eseguito lo scorso 19 luglio, che è stato confermato dal Tribunale del Riesame. Gli acquirenti sono rimasti in un limbo senza per ora una via d’uscita, e chiedono di avere voce perché "siamo la parte più debole, che sta rimanendo schiacciata sotto il peso di questa situazione".

Lo scorso 9 ottobre avevate scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al sindaco Giuseppe Sala sollecitando un intervento. Avete ricevuto risposte? "Non abbiamo ricevuto feedback ma spero che il segnale non sia caduto nel vuoto, perché in questo momento ci sono famiglie disperate e progetti di vita bloccati. Noi non siamo pirati, miliardari o speculatori ma persone della cosiddetta classe media, che lavora ha fatto sacrifici per poter comprare una casa. C’è chi ha avuto un figlio e desiderava una casa adeguata alle esigenze di una famiglia che cresce, chi si era mosso per vendere il suo vecchio appartamento e ha dovuto bloccare tutto. Abbiamo fatto un mutuo, messo in gioco i nostri risparmi. Io ho già versato la metà della somma pattuita, soldi che attualmente sono bloccati".

Come si sta rapportando con voi il costruttore? "In questa fase con trasparenza. Ci hanno spiegato che la situazione è delicata, che si dovrà discutere il ricorso in Cassazione contro il sequestro, che non c’è alcuna certezza sui tempi. Noi non possiamo fare altro che attendere, intanto passano i mesi e cresce la pressione, la preoccupazione e il nervosismo. In questo momento abbiamo formato un gruppo coeso, e stiamo valutando insieme i prossimi passi".

State valutando una possibilità di rinunciare all’acquisto, di fronte all’incertezza sui tempi? "Non è una soluzione, almeno secondo la mia opinione, che in questo momento è conveniente. Oltre al danno economico, ci troveremmo a dover cercare una nuova casa in un mercato che è bloccato e che nel frattempo ha visto crescere ulteriormente i prezzi. Per ora attendiamo, e cerchiamo di coltivare anche contatti con gli acquirenti di altre case in costruzione finite al centro di inchieste. In questo momento non siamo protetti da nessuno, e siamo vittime di questa situazione. Non abbiamo commesso alcun illecito, ho comprato con un regolare contratto una casa dove far crescere mia figlia. E così anche le altre 70 famiglie".

Che cosa chiedete, in questo momento, al Comune e alla politica? "Non voglio entrare nel merito del “salva Milano“, perché non capisco se potrà aiutare realmente a sbloccare la situazione, ma alla politica chiediamo risposti in tempi brevi perché ci sono famiglie disperate. Non i tempi della burocrazia o della giustizia, ma tempi compatibili con i nostri progetti di vita. Secondo il programma, quest’anno era prevista la consegna dei nostri appartamenti. È una corsa contro il tempo, perché se il cantiere rimarrà bloccato per anni rischiamo di trovarci con tre scheletri abbandonati al Parco delle Cave. E questo, di certo, non è positivo per Milano".