ANDREA GIANNI
Cronaca

Supermercati aperti h24, i cassieri raccontano le violenze. Calci e bottigliate per 9 euro all’ora

Al turno 22-6 finiscono gli ultimi arrivati. E tanti si dimettono. Paga ancora più bassa per un vigilante

Un supermercato aperto in orari notturni

Per un’ora di lavoro notturno, un cassiere prende poco più di nove euro netti, che si traduce in stipendi mensili dai 1.200 ai 1.400 euro al mese per un full time. L’addetto alla sicurezza non armato, assunto dalla società che gestisce il servizio in appalto, guadagna ancora meno, perché il contratto “servizi fiduciari“ prevede una paga oraria netta di circa 5,34 euro.

Le scelte

"Nella maggior parte dei casi vengono messe sui turni di notte persone giovani, appena assunte e quindi con il livello più basso di anzianità, che spesso non sono neanche dipendenti Carrefour perché hanno un contratto di somministrazione tramite agenzie interinali", spiega un dipendente, che chiede di mantenere l’anonimato.

"Non c’è una reale preparazione per gestire situazioni di pericolo – prosegue – si chiede di mantenere la calma, ma il problema è che ci si trova di fronte a reazioni impossibili da contenere. Bisogna aspettare che muoia qualcuno, o che qualcuno si faccia male seriamente, per intervenire? Se mancano le condizioni di sicurezza, forse è il caso di evitare le aperture notturne, per tutelare la nostra incolumità".

L’ora del pericolo

Anche per questo fra i lavoratori notturni c’è un altissimo turnover e molti, dopo pochi mesi, finiscono per rassegnare le dimissioni. I rischi iniziano dopo le 22.30, quando nei supermercati si fanno vedere gli “habitué“ della notte, dal centro ai punti vendita in periferia. La mattina, nelle zone di corso Como e Città Studi, i dipendenti alla fine del turno che inizia alle 22 e finisce alle 6 trovano all’esterno un "tappeto di bottiglie" e rifiuti sparsi.

"L’azienda ha diffuso una sorta di decalogo sulla gestione delle emergenze – spiega un dipendente – invitando, nel caso di comportamenti aggressivi dei clienti, a mantenere la calma e a chiamare il responsabile e le forze dell’ordine. Il problema è che queste situazioni precipitano nell’arco di pochi secondi, e quando una persona viene sorpresa a rubare la soluzione meno pericolosa sarebbe quella di lasciarla andare via".

Reazioni violente

Invece il vigilante non armato e i cassieri in servizio si trovano esposti al rischio di reazioni violente "aumentate dopo la pandemia", anche di chi pretende di acquistare alcolici dopo le 23.30, quando scatta il divieto. "Il clima è pesante – spiega un altro dipendente della catena – e una soluzione potrebbe essere quella di applicare lo stesso modello delle farmacie notturne, con negozi accessibili soltanto ‘a chiamata’, in modo da allontanare gli sbandati e proteggere dipendenti e clienti. Non è possibile che per pochi euro al mese una persona si trovi esposta al rischio di essere presa a calci o a bottigliate".

Le proposte dei sindacati

I sindacati, oltre a un rafforzamento della vigilanza, hanno anche proposto a Carrefour di creare un servizio navetta per i dipendenti, per accompagnarli a casa alla fine del turno nei punti vendita più critici. Soluzioni che hanno un costo, e che potrebbero rendere sempre meno conveniente per il colosso francese un modello di aperture no stop, che per ora a Milano non è stato replicato da altri gruppi.

Nella Città metropolitana ci sono oltre 170 punti vendita a insegna Carrefour tra diretti e franchising, con un totale di più di 2.200 dipendenti diretti. Sono solo una decina quelli che in città restano aperti fino a mezzanotte o h24. "Durante il giorno si verificano episodi come in tutti i supermercati – sottolinea un dipendente – ma il problema vero è la notte, quando c’è un’impennata. Sarebbe opportuno anche un intervento della Prefettura, visto che c’è una questione di ordine pubblico".