
Carmine Gallo è morto a 66 anni il 9 marzo per infarto. Era stato coinvolto nell’inchiesta Equalize
di Anna GiorgiMILANOCarmine Gallo, l’ex super poliziotto finito ai domiciliari per l’inchiesta Equalize, e trovato morto dalla moglie, domenica scorsa, nella sua casa di Garbagnate, durante gli interrogatori davanti al pm Francesco De Tommasi aveva collaborato e raccontato. Aveva fatto emergere i contatti riservati e di primissimo livello con le istituzioni, anche con l’Aise, della società di cyber-spie, del suo presidente Enrico Pazzali e le modalità operative di Equalize. Molto oltre, insomma, quelle quattromila pagine di informativa che avevano portato il pm a chiede 13 misure cautelari e ad indagare 50 persone. Le dichiarazioni e i nuovi elementi emersi sono confluiti in una memoria scritta dalla procura e depositata al Riesame. Da quelle carte depositate emerge che Pazzali, aveva chiesto a Gallo "gli Sdi del presidente del Senato Ignazio La Russa e del figlio", "mostrando tutta la propria spregiudicatezza", scrivono i pm. E ancora l’ex super poliziotto aveva raccontato: "Pazzali m’ha detto che gliele aveva chieste (...) una persona a cui non poteva dire di no". Pazzali ex presidente di fondazione Fiera Milano (autosospeso) e titolare di Equalize, aveva "contatti con i Servizi", mette a verbale Gallo. "È amico amico di (omissis) anche del Capo Centro di (omissis)". Sia dalle dichiarazioni di Gallo, sia da attività tecniche, emerge che Pazzali ricorreva alle proprie conoscenze, negli uffici del Palazzo di Giustizia di Milano e al comando provinciale della Guardia di finanza, per acquisire informazioni sul suo conto.
Secondo Gallo, avrebbe avuto contatti anche con il generale Carlo De Donno, vicedirettore dell’Aisi, "che nei fatti lo informò anche della indagine in corso". "Io dicevo sempre ai miei: noi facciamo i report, non dobbiamo fare né gossip né fottere nessuno – ancora l’ex super poliziotto –. Ovviamente un sistema illecito, e me ne vergogno di questo pure". Però "mai mai mai", sempre dal verbale di Gallo, ha fatto "un report in cui volevo in qualche modo fregare qualcuno. Ho fatto degli illeciti e mi assumo le responsabilità per questo". Nei verbali anche l’hacker Nunzio Samuele Calamucci ha parlato di un "continuo" richiedere report da parte di Pazzali, ha citato quel "report su Ignazio La Russa e sul figlio", ma aveva aggiunto, "Gallo mi ha detto di non eseguire alcuno Sdi".
Agli atti spunta anche un’intimidazione di cui è stata vittima Antonella Augimeri, legale di Gallo e Calamucci. Viene avvicinata da uno sconosciuto che le dice di far cambiare ai suoi assistiti le dichiarazioni sull’ex carabiniere Vincenzo De Marzio, indagato nella stessa inchiesta sugli hacker. L’avvocata si spaventa e tira fuori lo spray urticante. E racconta poi ai carabinieri che, rientrando in ufficio, aveva trovato i faldoni nel suo studio in disordine, quelli che riguardavano ovviamente Gallo e Calamucci.