Da qui partiva la strada per Como, che attraversava un sobborgo popolare ricolmo di artigiani e commercianti. E infatti, Porta Garibaldi era conosciuta come Porta Comasina, cioè "che conduce a Como", finché nel 1860 fu dedicata - come la via - all’eroe dei due mondi. Compreso fra piazza XXV Aprile e via Pontaccio, corso Garibaldi è un chilometro di strada con una corsia per auto e ampi marciapiedi punteggiati da negozi: dall’abbigliamento al parrucchiere, dall’ottico alla gioielleria. "C’è di tutto, ma sono aumentati bar, pizzerie e ristoranti - racconta Angela Zanni, residente in zona". "Le attività cambiano di continuo e le catene straniere sostituiscono le botteghe", aggiunge Francesco Castelli, che lavora vicino. "C’era il droghiere, il panettiere, il ferramenta, che hanno chiuso per i costi - precisa Giovanni Sartoris, titolare di un negozio di articoli per la casa - Oggi è una zona di movida e aperitivi ed è sempre piena". E se c’è chi protesta per il rumore e lo sporco fuori dai locali, per altri il movimento fa bene al quartiere. Ravvivando l’antica anima commerciale.
Thomas Fox