ANNA MANGIAROTTI
Cronaca

Il barbarico Yawp dello Ied: "Rivoluzione educativa che passa dalla creatività. Come Francesco Morelli"

Il festival dell’istituto del design per ripensare il modello di insegnamento "Sulle orme del fondatore, che da giovane immigrato si inventò una scuola" .

Il festival dell’istituto del design per ripensare il modello di insegnamento "Sulle orme del fondatore, che da giovane immigrato si inventò una scuola" .

Il festival dell’istituto del design per ripensare il modello di insegnamento "Sulle orme del fondatore, che da giovane immigrato si inventò una scuola" .

Si dice yòp, si scrive “YAWP Festival”. Debutta domani al Base di Milano (via Bergognone 34) con un urlo ancestrale, barbarico. Per chi l’ha orchestrato, Riccardo Balbo, una domanda difficile.

Ce lo traduce in parole povere?

"Impossibile. Abbiamo tratto il liberatorio yawp da una poesia di Walt Whitman, “Song of Myself”, che il film “L’attimo fuggente” ha portato dalla preistoria al presente. E lanciamo “YAWP Festival - in piedi sui banchi di scuola” ispirandoci alla scena “controcorrente” in cui i ragazzi lo fanno, e gridano. Per far risuonare l’urgenza di una rivoluzione educativa. Sulle orme di Francesco Morelli".

Uno schivo personaggio, nato e morto lo stesso giorno, 22 novembre (1941-2017), quasi per un gioco cabalistico.

"E assolutamente sconosciuto al grande pubblico. Non ha rilasciato interviste, né lasciato memorie o autobiografie".

Era ora di celebrarlo.

"Infatti, è lui il visionario ragazzo sardo di 24 anni, che nella Milano 1966, età dell’oro (animata da Bob Noorda, Fiorucci, Armani, Mendini...), inventa un nuovo tipo di scuola che faccia germinare certi preziosi semi di design, moda, arti visive: IED".

L’Istituto Europeo di Design, che unisce conoscenza e saper fare. In quante sedi?

"Ne sono state aperte 11 in Italia, Spagna e Brasile (3.000 docenti in rete), e formati oltre 120.000 studenti".

Per lui, senza figli, erano e sempre sono...

"Ecco, “giovani da guidare in una galassia di opportunità, non solo quelle del proprio quartiere ma del mondo intero”, se proprio vuole una sua citazione".

Una bella responsabilità per lei, Balbo, proseguire la mission.

"Senza che lo sapessi, all’apertura del testamento, quasi un coup de théâtre è stata l’indicazione che io fossi presidente dell’Ente No Profit erede di tutti

i suoi beni".

La Fondazione Francesco Morelli, privata e senza fini di lucro.

"Sì, in parole povere, deve chiudere il bilancio a zero. Riceve la ricchezza prodotta dalla scuola privata e la ridistribuisce tutta in un sistema circolare di premi, borse di studio, incentivi alla ricerca. Incoraggia l’applicazione

dei risultati. Contribuisce a inserire i giovani meritevoli nel mondo del lavoro".

Il Festival, aperto al pubblico il pomeriggio, proporrà riflessioni sulla “periferia”, in che senso?

"Lo scrittore Francesco Albinati, docente a Rebibbia, suggerisce di applicare anche altrove quel che funziona in carcere. Francesca Mannocchi, reporter di guerra, crede sia importante spiegarla a scuola. Rachele Furfaro e Matteo Lancini porteranno, rispettivamente, l’esperienza nei Quartieri Spagnoli di Napoli e riguardo alla dipendenza tecnologica degli adolescenti".

Per finire “Sound of a Revolution”, l’evoluzione dell’urlo?

"Le progettualità presentate dai nostri studenti di Sound Design (ovvero come una visione si fa suono, e un suono suggerisce un’immagine), ci proiettano, sì, nel futuro".