
Sopra una vista di Lecco dal campanile di San Nicolò A sinistra gli impianti sciistici di Bormio: uno dei comprensori più gettonati d’Europa
"La stagione invernale dobbiamo dividerla in due: fino alle vacanze di Natale e buona parte di gennaio le cose sono andate bene – spiega il presidente di Federalberghi Lombardia, Fabio Primerano –. La Valtellina ha registrato ottimi risultati con sold-out a Capodanno, ma i turisti hanno premiato anche il lago di Como, almeno per quelle strutture che hanno deciso di rimanere aperte. Per quanto riguarda le città invece direi che ci sono state luci e ombre". Dopo un 2024 da incorniciare con 19 milioni di arrivi e 53 milioni di presenze in Lombardia negli ultimi mesi dell’anno si è assistito a una fase di assestamento. "Abbiamo avuto una crescita più moderata, a febbraio e marzo nelle città abbiamo una leggera flessione degli arrivi, ma non lo leggo per forza negativamente specie se si allarga lo sguardo alla stagione estiva. Sicuramente all’interno delle città c’è stato un tema legato all’iper-offerta che ha colpito un po’ tutti, e poi a incidere è stato il periodo non più così roseo del mondo della moda. Il rallentamento che vediamo sui brand del lusso e il calo d’interesse sullo shopping inevitabilmente ha un impatto anche sull’ospitalità, almeno per quel che riguarda Milano".
È stato un inverno da incorniciare sul lago di Como dove ormai la destagionalizzazione è un obiettivo raggiunto. "A novembre avevamo il 75% delle camere occupate, un risultato pazzesco – conferma Cristina Zucchi, general manager LarioHotels – noi praticamente non abbiamo mai chiuso, ma anche altre realtà del lago, sia sul ramo di Como sia su quello di Lecco ormai tengono aperto anche durante l’inverno, oppure limitano le chiusure per periodi molto limitati e spesso dettati dalla necessità di fare manutenzione. In questi anni abbiamo assistito a una crescita dell’accoglienza, stagione dopo stagione, e ormai appartiene definitivamente al passato l’immagine degli hotel che chiudevano in agosto perché non c’erano più turisti".
Stagione invernale promossa anche a Bormio, anche se non si è potuto parlare di record. "Purtroppo abbiamo bucato Sant’Ambrogio e le vacanze di Natale per le difficoltà di aperture e la mancanza di neve – spiega Fabio Giacomelli di Bormio Ski –. Questa partenza con il freno a mano tirato ci ha condizionato nelle statistiche, ma per fortuna poi abbiamo ingranato la marcia, e il comprensorio è partito molto bene sui livelli dello scorso anno. Alla fine chiudiamo la stagione come passaggi attestati a un 2% in meno come primi ingressi e un - 8% dovuto al fatto che abbiamo aperto una settimana dopo. La partenza dell’inverno è stata molto difficile perché faceva caldo in quota e c’era vento, ma durante la stagione le condizioni sono migliorate ed è stato fantastico, specie nel mese di gennaio e febbraio. Bormio può contare su appassionati che arrivano fin qui da tutta Europa per la settimana bianca, i nostri mercati principali sono la Repubblica Ceca, il Regno Unito e la Polonia".
Roberto Canali