di Andrea Gianni
Gli adesivi sono stati appiccicati sopra le keybox, cassette di sicurezza per le chiavi degli appartamenti messi sul mercato con la formula dell’affitto breve, ormai entrate nel panorama urbano di Milano. Micro-cassette appese sulle grate davanti alle finestre, su rastrelliere o alle fermate della metropolitana. La scritta, sugli stickers, è sempre la stessa: "Meno affitti brevi, più case per tutti" oppure "un tetto contro il caro affitti". Un blitz che, questa volta, ha colpito anche i cartelli di agenzie immobiliari davanti ad appartamenti già ristrutturati e messi in vendita "scopo investimento", oppure le targhe di società che gestiscono intere palazzine destinate a ospitare turisti mordi e fuggi.
Una mobilitazione, la notte tra venerdì e sabato, del collettivo milanese Chiediamo casa-Abitare in via Padova, contemporanea alle azioni dimostrative in altre città messe in atto dalla rete dei movimenti contro gli affitti brevi: Rimini, Venezia, Firenze e Genova. "Ogni appartamento messo in affitto breve è una casa sottratta alla residenza, forse definitivamente – spiegano gli attivisti –. Lo registrano numerose città, più o meno grandi, in tutta Italia. La crisi abitativa si inasprisce proporzionalmente all’aumento della capacità ricettiva di ogni città, toccando anche i servizi. Sanità, scuole, trasporto pubblico sono allo stremo, sia per la difficoltà del personale a trovare casa, sia perché la riduzione del bacino di utenza si traduce nel taglio delle risorse a disposizione. Se il turismo rappresenta un settore economico rilevante – proseguono – i benefici per la città sono ormai ampiamente superati da costi insostenibili, che peraltro comportano un sommerso".
Hanno scelto quindi di colpire un simbolo, quelle cassette di sicurezza per le chiavi che il Comune di Milano metterà al bando dagli spazi pubblici, per ragioni di decoro urbano. Una regolamentazione del settore, che ha conosciuto un boom negli ultimi anni, è in discussione a livello nazionale e in diverse città d’Italia, tra cui Milano che continua a registrare una crescita di turisti. Tra le proposte quella presentata nei giorni scorsi dal M5s in Lombardia, con un progetto di legge regionale per prevedere "regole più chiare e stringenti che saranno assegnate ai Comuni" nel rispetto della libertà di un proprietario di casa di decidere che cosa fare del proprio bene. Il problema, spiegano gli attivisti, "non è il lucchetto, peraltro utilizzato in modo illecito, ma ciò che sottintende. È stato, infatti, ribadito, anche recentemente, che tastierini, cassette porta chiavi, non possono essere utilizzate per fare accedere i turisti negli appartamenti, senza l’accoglienza di una persona fisica. Anche per questo diventano obiettivo delle proteste in atto. Limitare le locazioni brevi turistiche è necessario e possibile – concludono – la protesta non si arresta e si propaga". La rete si sta estendendo infatti in diverse città italiane, e si stanno creando contatti con i movimenti per il diritto alla casa a livello europeo.