ANNA GIORGI
Cronaca

Il branco ai Navigli. Manager stuprata e i video diffusi in chat. Tre giovani indagati

Due di loro gestiscono il pub dove sono avvenuti gli abusi sessuali. La festa nel locale, le chiacchiere, l’alcol: poi l’orrore in cantina. La 31enne il giorno dopo è andata in ospedale ed è scattata la denuncia.

Il branco ai Navigli. Manager stuprata e i video diffusi in chat. Tre giovani indagati

La movida milanese restituisce alla cronaca un altro stupro di gruppo, aggravato dalla diffusione di video e immagini girate quando la vittima era vittima incosciente, in balia di tre ragazzi tutti tra i 23 e i 27 anni. Due dei ragazzi che hanno consumato la violenza sono i titolari di un noto locale sul Naviglio Pavese, dove poi si consumerà lo stupro e la vittima è una 31enne milanese, manager per una multinazionale. La giovane donna passa la serata nel discopub: chiacchiere, amici e alcol, tanto alcol. Nessuna droga però, nemmeno, accerteranno gli esami tossicologici, il comune benzodiazepine versato nel bicchiere per intontire la vittima e assicurarsi che non ricordi nulla.

La manager conosce i due titolari del locale e i loro amici, si sono visti tutti sul Naviglio Pavese qualche sera prima. L’idea dello stupro scatta quando la ragazza è molto confusa dall’ eccesso di alcol, la verità sulla parte tragica della serata è raccontata dalle telecamere del locale degli stupratori. I video finiti agli atti della procura riprendono lei al tavolo con loro, poi la sequenza successiva inquadra sempre loro che si allontanano con lei e aprono una porta secondaria che conduce a una cantina. Anche accanto alla porta però ci sono le telecamere a testimoniare i fatti. I tre consumano la violenza e poi riportano la ragazza quasi incosciente a sedere su un divanetto. Poco dopo le immagini inquadrano lei che si riprende e, a quel punto, il racconto coincide, lei ricorda in maniera confusa di avere chiamato un taxi e di essersene andata a casa.

La mattina dopo la 31enne si sveglia sul letto, ancora vestita, con i vestiti scombinati, piccole macchie di sangue sugli abiti e fortissimi dolori alle parti intime. Si rivolge al servizio Svs della Mangalli per farsi visitare e i medici accertano un quadro compatibile con un rapporto consumato con violenza. Scatta la denuncia, la donna è in grado di fornire l’identità dei tre che hanno abusato di lei. Nel frattempo presenta denuncia per furto perché sarebbero stati gli stessi ragazzi a sottrarle il portafoglio e a usare la tessera bancaria per fare acquisti. La pm Alessia Menegazzo, guidata dall’aggiunto del Quinto Dipartimento Letizia Mannella, ha chiuso le indagini pronta a inviare il fascicolo al gip. Le accuse sono violenza sessuale di gruppo, diffusioni di video porno e furto. Potrebbe profilarsi anche il reato di revenge porn. La procura ricorda ai carabinieri della compagnia Porta Magenta che dopo l’acquisizione di alcuni filmati e messaggi sul cellulare usato per diffondere i video avevano espresso perplessità sulla mancanza di consenso: avere rapporti in tre con una donna in stato di ubriachezza conclamata e quindi in un contesto di minorata difesa della vittima integra in ogni caso gli estremi della violenza sessuale. Lo stato di ubriachezza impedisce la lucidità del consenso. In questo caso c’è anche l’aggravante dell’avere consumato il rapporto in gruppo. La parola ora spetta al gup per l’udienza preliminare fissata per la prossima settimana.