MARIA RITA PARSI
Cronaca

Il bullismo e la prigione della paura

I bulli e oggi, ancor più, i cyberbulli sono “cattivi”. Lo sono nel senso della parola latina “captivus” che...

Parsi I bulli e oggi, ancor più, i cyberbulli sono “cattivi”. Lo sono nel senso della parola latina “captivus” che...

Parsi I bulli e oggi, ancor più, i cyberbulli sono “cattivi”. Lo sono nel senso della parola latina “captivus” che...

I bulli e oggi, ancor più, i cyberbulli sono “cattivi”. Lo sono nel senso della parola latina “captivus” che vuol dire “prigioniero”. Sono persone “prigioniere” delle paure, delle rabbie, del senso di inferiorità, del vuoto, del malessere affettivo ed educativo che hanno dentro. Che li affligge e li perseguita al punto che, invece di chiedere consiglio ad adulti che, forse, dei loro problemi non si accorgono perché immersi nei propri, sono indotti ad emulare i peggiori esempi che hanno ricevuto in famiglia, nel sociale o che hanno assorbito da film, serie tv o dal web. Oppure intendono restituire ad altri, per non sentirsi più vittime, gli abusi, le violenze fisiche e psicologiche che loro stessi hanno subito, infliggendole a quelli che considerano più fragili, più esposti o, comunque, diversi da loro. Soprattutto per questi motivi i bulli e i cyberbulli aggrediscono, ricattano, perseguitano, calunniano, ridicolizzano vigliaccamente i loro coetanei e, in genere, gli altri.

Per vedere nei loro occhi o nella paura e nel ritiro dal web delle loro vittima la stessa paura, la stessa umiliazione, la stessa frustrante rabbia da cui sono posseduti ed imprigionati. Bisogna rieducarli ed educare tutti a prevenire, istituendo un Fondo permanente d’investimento per l’organizzazione della lotta al bullismo e al cyberbullismo partendo dalla scuola. E poi, la parola “bull” non significa toro in lingua inglese? “Tori scatenati”, dunque, nell’atroce corrida della vita! E che dire, allora? Forse che somigliano a quei ragazzi armati di coltelli e pistole che uccidono invece di parlare e che lo fanno con l’irresponsabile contributo di famiglie disfunzionali, delle scuole che bisogna programmaticamente “rifondare” adattandole al tempo del virtuale e della pervasività del web, oltremodo ricco di esempi e modelli di assoluta violenza. E, dunque, altro non sono che “tori scatenati” che, all’infame Corrida messa in atto dalla stupidità umana, contrappongono le loro azioni più indegne. Fermare tutto questo spetta a chi si arroga, in famiglia, a scuola, al governo delle Nazioni, il diritto di “dirigere” il presente e il futuro di tanti esseri umani.