Milano, 21 ottobre 2023 – Il volto scavato da anni di tossicodipendenza. Lo sguardo perso nel vuoto e nessun tentativo di coprirsi il volto dagli obiettivi di fotografi e cameraman che attendevano davanti all’ingresso. Domenico Livrieri, 46 anni, è uscito alle 21.10 di ieri dallo stabile popolare di via Pietro da Cortona 14, a bordo della macchina del Nucleo Radiomobile dei carabinieri che l’ha portato nella caserma di viale Umbria, in vista dell’interrogatorio e di un possibile provvedimento di fermo per omicidio.
Gli indizi che lo inchiodano
Il cadavere della vicina Marta Di Nardo, scomparsa dal 4 ottobre, è stato ritrovato nella sua abitazione, al quarto piano della scala C del palazzo Aler in zona Acquabella: i militari della sezione Investigazioni scientifiche lo hanno scoperto in un soppalco della cucina, avvolto nelle coperte e diviso in due parti. Ci sono arrivati senza ricevere alcuna indicazione da parte dell’inquilino, rimasto per tutto il tempo impassibile: seduto, ha chiesto soltanto di poter fumare una sigaretta e di poter bere un caffè.
È stato necessario l’intervento degli specialisti del nucleo speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco per recuperare il corpo e affidarlo al medico legale per una prima ispezione: sulle cause della morte, fino a ieri sera, non c’erano ancora indicazioni precise, anche perché l’inquilino dell’alloggio non ha rilasciato dichiarazioni sul presunto omicidio né sul movente.
Da scomparsa a possibile omicidio
Le indagini dei militari della Compagnia Monforte e del Nucleo investigativo di via Moscova, coordinati dal colonnello Antonio Coppola e dal tenente colonnello Fabio Rufino, sono scattate quattro giorni fa, quando il figlio della sessantenne, che sentiva la madre di rado al telefono e la vedeva soltanto un paio di volte l’anno, si è presentato in caserma per segnalarne la sparizione.
Ai militari, i vicini hanno subito raccontato dei conclamati problemi di ludopatia della vedova (che era in cura in un centro psicosociale e percepiva una pensione), dei soldi spesi in macchinette e gratta e vinci, delle continue richieste di denaro e dell’incessante viavai di persone all’interno della sua abitazione, nella scala D del palazzo popolare all’angolo con piazza Guardi.
Nei giorni scorsi, i carabinieri hanno anche sentito alcune persone che frequentavano Marta, compreso Livrieri, che avrebbe fornito dichiarazioni ritenute sin dall’inizio lacunose e contraddittorie da chi le ha raccolte.
Gli inciampi di Livrieri
Innanzitutto, il quarantaseienne, a sua volta seguito da un Cps per disturbi di natura psichiatrica, ha raccontato di non avere più il cellulare con sé, riferendo di averlo dato a un tassista per ripagarlo di una lunga corsa fuori città. Poi i vigili del fuoco, i primi a entrare martedì nell’abitazione accedendo da una finestra e trovando la porta chiusa ma senza le chiavi inserite nella toppa, hanno notato un certificato medico con le generalità dell’uomo e la data di quella mattina.
Senza dimenticare i resti di un pranzo evidentemente consumato dopo il 4 ottobre, quando il telefono della sessantenne ha smesso di dare segni di attività dopo aver agganciato per l’ultima volta una cella che copre la zona dell’Acquabella.
Gli investigatori dell’Arma hanno cercato riscontri pure nelle immagini delle telecamere installate all’interno del complesso residenziale, ma l’analisi dei filmati ha fatto emergere che il server dell’impianto di sorveglianza tiene i video in memoria solo per sei giorni, per poi sovrascrivere quelli nuovi.
I sopralluoghi decisivi
Ieri pomeriggio i militari della sezione Investigazioni scientifiche hanno ispezionato sia l’abitazione della signora Di Nardo, nella scala D, sia quella di Livrieri, nella scala di fronte, a caccia di indizi utili per risolvere il caso. A casa, gli accertamenti tecnici avrebbero evidenziato tracce di sangue, intercettate nonostante una probabile operazione di pulizia: ce n’erano in grande quantità sul letto e in altri punti della stanza.
L’uomo è sempre rimasto nell’appartamento, ma non ha mai proferito verbo: quando i carabinieri, insospettiti anche dal fortissimo odore, gli hanno chiesto se volesse dare indicazioni sull’eventuale presenza di qualcosa in casa, lui ha replicato di non sapere nulla di quanto accaduto. In serata, però, i militari sono riusciti comunque a trovare il cadavere, in una specie di soppalco realizzato all’interno della cucina: era stato sezionato in due parti e avvolto in alcune coperte.
In quel momento, Livrieri era già sull’auto del Radiomobile: i militari non gli hanno chiesto più nulla e lo hanno portato in caserma, dov’è stato interrogato dal pm alla presenza di un avvocato. Se non fornirà indicazioni, sarà l’autopsia a chiarire quando e soprattutto com’è morta Marta Di Nardo.
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