
di Nicola Palma e Marianna Vazzana
MILANO
Dalla trincea di periferia alla caserma con vista sullo skyline di Porta Nuova. Dall’avamposto incastonato tra le Case bianche a un punto di osservazione privilegiato sulle dinamiche (criminali e non) del centro. Dopo più di 10 anni alla guida della stazione Rogoredo di via Zama, il maresciallo maggiore Giuseppe Palumbo, cinquantaduenne barese ma da tempo trapiantato all’ombra della Madonnina, è passato da lunedì a comandare la stazione Moscova, con sede alla caserma Ugolini nell’omonima via. Un trasloco che lascia dietro di sé una serie infinita di storie da raccontare e che in tanti sui social hanno voluto ricordare: "La stazione di via Zama è diventata per tutti un punto di riferimento importante, per i cittadini che sanno di poter contare sull’appoggio e l’ascolto, per i comitati e le istituzioni con cui la collaborazione è continua e attenta, e questo grazie all’importante lavoro del comandante Palumbo, ma anche grazie alla sua empatia e alla sua reale e profonda presa in carico delle problematiche", il post del presidente del Municipio 4 Stefano Bianco. "Da via Salomone, caro maresciallo, godrai sempre della nostra stima e della nostra riconoscenza", ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio di Municipio Oscar Strano.
A tutti quelli che ha conosciuto nel corso dell’ultimo decennio, Palumbo ha inviato un messaggio di arrivederci: "Lascio Rogoredo con la malinconia nel cuore: in questi anni ho dato tutto a questo territorio, ho speso tutto me stesso per venire incontro alle esigenze di tutti i suoi abitanti". Ovviamente, Rogoredo fa subito pensare all’ex boschetto di via Sant’Arialdo, che è diventato "ex" ed è tornato a essere un luogo di ritrovo per residenti, runner e ciclisti anche grazie all’impegno di Palumbo e della sua squadra di 15 militari, in prima linea nel piano di smantellamento delle piazze di spaccio di eroina. E poi il concerto della Fanfara alle Case bianche, le visite di Papa Francesco e della senatrice a vita Liliana Segre, la consegna dei pacchi di viveri durante la pandemia, l’Ambrogino d’oro, gli incontri periodici con giovani e anziani e il dialogo costante con i comitati di quartiere. Da tre giorni, la nuova sede di lavoro è in via Moscova. Sempre con la porta aperta.