
Casa, un bene sempre più di lusso. Volano i prezzi di vendite e affitti
MIlano – "Con un salario di 1.500 euro lordi, i comuni abbordabili sono quelli meno serviti dal trasporto pubblico e con tempi di pendolarismo molto elevati". Non solo. "Comprare casa e pendolare può essere difficile anche per chi guadagna 2.800 euro lordi al mese". Riparte da qui, e da un’ottica metropolitana, l’analisi di “Oca“, l’Osservatorio casa abbordabile (nato in collaborazione con il Consorzio Cooperative Lavoratori Ccl, Lum – Libera unione mutualistica e Politecnico). Ieri l’ultimo rapporto sull“Abitare fuori Milano“ è stato presentato pubblicamente anche ai rappresentanti degli enti locali.
Sotto la lente il concetto stesso di “abbordabile“: un alloggio è abbordabile "quando i costi abitativi non superano il 30% del reddito netto". I ricercatori del Dipartimento di Architettura e Studi urbani hanno scandagliato con questo “metro“ oltre 300 comuni, scavalcando il perimetro della Città Metropolitana e incrociando redditi, spese e mezzi di trasporto. A breve sarà realizzato anche un libro, che si spinge oltre le statistiche, indicando possibili vie percorribili sul breve e sul lungo termine. Perché è in gioco l’attrattività di Milano e non solo.

A inquadrare la sfida è anche la rettrice, Donatella Sciuto: "Tra il 2015 e il 2025 i prezzi di compravendita degli immobili residenziali sono cresciuti del 58% e i canoni di locazione del 45%, ma gli stipendi non sono arrivati ad assorbire questo tipo di crescita", spiega. Un problema che riguarda da vicino anche i giovani: "Il 75% dei nostri studenti è fuorisede – sottolinea –, Milano attrae ma è vittima del suo successo: ci sono meccanismi di gentrificazione che stanno privando il tessuto cittadino di giovani e persone che possono continuare a contribuire all’innovazione. Bisogna dare risposte rapide e sostenibili sul lungo termine o rischiamo di neutralizzare tutti gli sforzi che facciamo come università e come Regione".
Una situazione simile sta avvenendo anche a Berlino ed è già successa a San Francisco, "ma abbiamo l’opportunità di imparare dagli errori per cambiare passo". "Dobbiamo cambiare anche approcci e strategie e servono fondi nazionali", ha aggiunto Bruno Ceccarelli, delegato alle politiche abitative di area vasta della Città Metropolitana, ricordando per esempio che era stato previsto anche "un bando da 7 milioni di euro rivolto ai Comuni fuori Milano per realizzare case per lavoratori a medio e lungo termine, andato deserto".
In aula c’è anche Fabio Bottero, nominato due settimane fa assessore all’Edilizia residenziale pubblica del Comune di Milano ed ex sindaco di Trezzano sul Naviglio: "Milano sta ragionando con MM per gli alloggi sfitti, la regione con Aler: dobbiamo procedere nella stessa direzione. L’emergenza abitativa non riguarda solo Milano, ma non ci sottraiamo alle nostre responsabilità. La speranza è che si prosegua mettendo attorno al tavolo tutti i soggetti per affrontare una “governace dell’abitare“ a livello, come minimo, metropolitano". "Bisogna dare risposte anche sul breve periodo – conclude –, tutti posiamo fare qualcosa. Sono fiducioso anche per il bando del Piano-casa che scadrà il 28 maggio, ma non basta. Procederemo anche con le case dei lavoratori e i servizi. Bisogna muoversi dal basso e dall’“alto“: serve anche un piano casa nazionale".