REDAZIONE MILANO

Il caso unico dei dipendenti Ue . Sanità? Solo via assicurazione: "Ci stanno negando un diritto"

Sulle barricate contro l’intesa: il Ministero non firmi

L’accordo riguarda i dipendenti delle istituzioni europee che lavorano in Italia: in Lombardia sono in servizio tra Milano e il Jrc di Ispra

L’accordo riguarda i dipendenti delle istituzioni europee che lavorano in Italia: in Lombardia sono in servizio tra Milano e il Jrc di Ispra

Si sono riuniti in assemblea, e lanciano un ultimo appello al ministro della Salute Orazio Schillaci: "Non firmi l’accordo, che comporterebbe un discriminazione e una negazione del diritto alla salute per migliaia di italiani". La protesta, supportata dal sindacato Isca e dall’associazione Articolo 32, che potrebbe finire anche nei Tribunali, riguarda i dipendenti delle istituzioni europee in Italia, in Lombardia basati principalmente nel centro ricerche di Ispra e a Milano. Si battono contro un singolare accordo fra la Commissione europea e il ministero. Le prestazioni non vorrebbero più coperte dal sistema sanitario nazionale ma in toto dalla loro assicurazione integrativa obbligatoria, alla quale versano una parte dello stipendio. "Il problema è che l’assicurazione non rimborsa la totalità degli importi delle visite – spiega uno di loro – e ha limiti molto bassi su operazioni chirurgiche e degenze. Di fatto verrebbe tolta la tessera sanitaria non solo ai dipendenti ma anche ai pensionati e ai loro familiari. La maggior parte di noi non ha stipendi stellari, ci sono contratti sui duemila euro al mese con 12 mensilità. E l’Italia incassa il gettito delle nostre tasse". Ieri hanno lanciato quindi una petizione (il caso era approdato in passato anche al Pirellone), chiedendo che "tutti i funzionari e gli agenti italiani e non, residenti in Italia, possano continuare ad accedere al Ssn in virtù del loro diritto costituzionale all’iscrizione al nostro Ssn". E di limitare quindi l’accordo solo ai dipendenti non residenti in Italia, con un "dialogo" per affrontare "le eventuali criticità esecutive".

Andrea Gianni