REDAZIONE MILANO

Il “Centro carni“ al mercato Wagner: "Una passione nata 60 anni fa"

Daniele Dibenedetto ha raccolto il testimone del padre Francesco: "Punto al rispetto della tradizione". Al suo fianco la madre Teresa e la moglie Licia, conosciuta a scuola. "Clienti anche dalla Svizzera".

Daniele Dibenedetto ha raccolto il testimone del padre Francesco: "Punto al rispetto della tradizione". Al suo fianco la madre Teresa e la moglie Licia, conosciuta a scuola. "Clienti anche dalla Svizzera".

Daniele Dibenedetto ha raccolto il testimone del padre Francesco: "Punto al rispetto della tradizione". Al suo fianco la madre Teresa e la moglie Licia, conosciuta a scuola. "Clienti anche dalla Svizzera".

di Marianna VazzanaMILANO"Mio padre ha messo piede per la prima volta in una macelleria quando aveva 7 anni. In Puglia. Andava a bottega come si usava allora". E, forse, Francesco Dibenedetto bambino non pensava che quello sarebbe diventato il suo lavoro della vita. Era il 1964. Da allora sono passati 60 anni. Adesso non solo ha alle spalle decenni di esperienza ma ha pure tramandato la sua passione al figlio. "Io ho raccolto il suo testimone", dice appunto il figlio Daniele, che tiene le redini del “Centro carni Dibenedetto“ al mercato comunale coperto Wagner, il più antico della città, fondato nel 1929. Suo padre torna a dispensare consigli ma oggi è lui, trentaseienne, a “regnare“ oltre il banco, affiancato dalla moglie Licia, dalla madre Teresa e dal dipendente Angelo. Un’impresa di famiglia, insomma, in piazza Wagner da 25 anni. "Prima ancora mio padre gestiva una macelleria in via Albani, in zona piazzale Lotto, dove io sono cresciuto. La mia infanzia è stata lì". Daniele ha frequentato l’Istituto alberghiero Carlo Porta – dove ha conosciuto Licia, poi diventata sua moglie e anche compagna nel lavoro – e dopo aver lavorato come cuoco ha deciso di affiancare i familiari, fino a diventare titolare dell’attività. "In questo modo – spiega – ho unito la mia passione per la cucina a quella per la macelleria". Cosa lo distingue dagli altri? "Il mio intento – sottolinea – è mantenere la tradizione. Della mucca io ho tutto, le frattaglie e tutti i tagli. Non solo costata e fiorentina: le cervella, il fegato, i rognoni, i polmoni, il fegato. E non solo carni bovine, manzo e vitello, ma anche agnello e capretto. Per noi conta la semplicità, usare ingredienti genuini, senza conservanti né coloranti. E gli hamburger li facciamo al momento. Un’attenzione che paga, perché i clienti arrivano a fare la spesa non solo dal quartiere ma da tutta la città, pure da Garbagnate, da Varese e persino dalla Svizzera". Anche perché trovano i “pronti da cuocere“ "preparati dalle sapienti mani di mia moglie Licia: per esempio le “tasche“ ripiene, di castagne, castagne e prugne, carciofi e molto altro, oppure gli spiedini, le cotolette panate e i polpettoni. C’è l’imbarazzo della scelta". Dietro il banco a volte compare anche Carlo, il figlioletto di Daniele, che ha 7 anni. La stessa età del nonno, quando entrò per la prima volta in macelleria. "Si diverte, mi osserva mentre preparo gli hamburger oppure gioca a fare il cassiere". Chissà che non si prepari già a raccogliere a sua volta il testimone, un domani.