
Floriano Massardi, consigliere regionale della Lega e vicepresidente della commissione Agricoltura del Pirellone, è stato denunciato dai carabinieri forestali del Gruppo di Brescia con l’accusa di aver alterato 4 anellini di riconoscimento ("su 40" precisa lui) apposti al tarso di altrettanti tordi, piccoli uccelli usati dai cacciatori come richiami vivi. Gli anelli in questione servono a certificare la provenienza dei volatili. Chi li manomette, lo fa per nasconderne la provenienza illegale. Non sarebbe questo il caso di Massardi, che si difende parlando apertamente di "un non-reato". Della denuncia si è però discusso ieri in Consiglio regionale e secondo il Movimento 5 Stelle ci sono gli estremi perché Massardi si dimetta. Sempre ieri è stata respinta una mozione di censura nei confronti dell’assessore regionale Fabio Rolfi, leghista e bresciano come Massardi e come Massardi contestato dalle opposizioni per una vicenda relativa alla caccia, per l’esattezza per il calendario venatorio. Con ordine, allora.
"Mi viene contestato un non-reato – si difende Massardi –. Non è un caso che Liguria e Toscana abbiano già approvato una sanatoria sugli anellini: l’hanno approvata perché c’è una situazione oggettiva che mette a rischio i cacciatori e mi riferisco alla situazione fotografata da uno studio scientifico già presentato in commissione Agricoltura che ha dimostrato come il 75% degli anellini sul mercato non rispetti la tolleranza dichiarata dal produttore perché il materiale di cui sono composti, alluminio, è soggetto ad allentamenti". "Se le irregolarità fossero confermate, sarebbe gravissimo – attaccano però Simone Verni e Dino Alberti, consiglieri regionali del M5S –. Le dimissioni da vicepresidente della commissione Agricoltura sono un passaggio obbligato alla luce di quanto accaduto e considerato che la commissione Agricoltura si occupa di caccia. Come si può pensare che l’istituzione regionale consenta a Massardi di continuare a occuparsi di caccia, argomento in riferimento al quale lo stesso consigliere era già ampiamente in conflitto d’interessi, ricoprendo per di più un ruolo istituzionale? Sarebbe come avere Dracula presidente dell’Avis". Quindi la mozione di censura nei confronti di Rolfi, respinta dalla maggioranza: 48 voti i contrari alla censura e 26 quelli favorevoli. All’origine della mozione la sospensione del calendario venatorio decisa in un primo momento dal Tar.
Giambattista Anastasio