La Giunta regionale ha scelto i componenti del Consiglio d’amministrazione di FNM Spa, la società che controlla Trenord insieme a Trenitalia, in una governance paritaria e duale. Sette i nomi individuati dall’esecutivo lombardo per il board: Andrea Gibelli, Gianantonio Arnoldi, Fulvio Caradonna, Francesca Pili, Maria Teresa Tomaselli, Ivo Roberto Cassetta e Roberto Paolo Ferrari. La carica di presidente resterà a Gibelli: nella delibera si indica proprio lui "per la nomina in Assemblea quale presidente del Consiglio d’amministrazione". Oltre a Gibelli rientrano nell’elenco dei riconfermati anche Arnoldi e Cassetta. Negli altri casi si tratta di new entry. Nel dettaglio, Gibelli e Cassetta sono in quota Lega, mentre Fratelli d’Italia ha ottenuto tre consiglieri: Caradonna, finora presidente di Ferrovienord, Pili e Tomaselli. Forza Italia conferma Arnoldi, che dovrebbe a sua volta mantenere la carica fin qui ricoperta, quella di vicepresidente del Consiglio d’amministrazione di FNM Spa. La permanenza nel board di Roberto Paolo Ferrari, invece, sembra precaria: dovrebbe essere sostituito da una donna indicata dal Gruppo Ferrovie dello Stato.
Anche da questo board dipenderanno le scelte su Trenord ed in particolare quella relativa a Marco Piuri, attuale amministratore delegato dell’azienda ferroviaria lombarda ma anche direttore generale della stessa FNM. Secondo lo scenario emerso nelle ultime settimane Piuri sarebbe destinato a perdere una delle due cariche in ossequio a quel riequilibrio dei pesi interni alla mobilità lombarda e a quel desiderio discontinuità rivendicati da una parte di Fratelli d’Italia, a partire dall’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente. Uno scenario indirettamente confermato dal comunicato diramato in questo giorni dalla Fit-Cisl lombarda. "Siamo preoccupati per il delicato momento in corso – spiega Giovanni Abimelech, segretario generale FIT CISL Lombardia –. Temiamo che le scelte dei nuovi manager possano rispondere più a logiche partitiche che di competenza. Questo sarebbe un grave danno per uno dei sistemi di trasporto più complessi del Paese. Basti pensare che il trasporto ferroviario lombardo equivale da solo a quello di Lazio, Emilia Romagna e Veneto messe insieme: perché funzioni ci vogliono manager capaci ed esperti": ogni riferimento a Piuri sembra puramente voluto. "In passato – prosegue Abimelech – è già accaduto che il cambio di poltrone portasse a uno stop del sistema per 5 giorni (stavolta il riferimento è a l’ex ad di Trenord Giuseppe Biesuz ndr). Vogliamo evitare che un disservizio del genere si ripeta e che il piano industriale presentato da Trenord per il prossimo decennio e condiviso anche con i sindacati non cambi in corsa e non subisca battute d’arresto". E a dispetto dello scenario già menzionato, in queste ore c’è chi non esclude che Piuri possa in realtà mantenere entrambe le cariche.
Giambattista Anastasio