MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Il corteo dei centomila . Sala attacca il Governo: il premierato non passerà. Milano sarà barriera morale

Il sindaco: facile dirsi antifascisti, ma bisogna esserlo. Destra, no a certe alleanze in Europa. Scurati legge il monologo “censurato“. Anpi contro Netanyahu: responsabile dello sterminio.

Il corteo dei centomila . Sala attacca il Governo: il premierato non passerà. Milano sarà barriera morale

Pochi minuti prima di prendere la parola sul palco di Piazza Duomo, il sindaco Giuseppe Sala dice alla compagna Chiara e ai suoi collaboratori: "Non sarà facile parlare". Sul sagrato, in prima fila, ci sono i filopalestinesi dei centri sociali che hanno salutato l’arrivo sul sagrato del primo cittadino e del Gonfalone del Comune con fischi e cori ostili, reiterati anche per gli altri relatori giunti poco dopo. La tensione è alta. Ma Sala ha preparato un intervento durissimo nei confronti del Governo Meloni e lo legge quasi urlando. Non ha intenzione di farsi zittire dalla protesta da parte di una minoranza della piazza. La premessa è semantica: "Qui festeggiamo la festa della liberazione. Non della semplice libertà, come una certa destra vorrebbe far credere". Il messaggio politico più forte, però, arriva subito dopo: "Oggi siamo chiamati a difendere la Costituzione una volta di più. Esiste infatti un progetto di sfigurarla. Attenzione: non di riformarla, ma proprio di stravolgerla. Il cosiddetto premierato con cui hanno in animo di snaturare la carta costituzionale, non sta in piedi e pone rischi alla tenuta democratica".

Il sindaco teme una deriva "illiberale" della democrazia italiana, ricorda che "Milano è Medaglia d’oro della Resistenza" e proclama che la città e il suo sindaco "dicono oggi, 25 aprile, che la Costituzione non la possono toccare in questo modo. E non la toccheranno. Milano è la barriera morale e politica contro cui si è sempre infranto e si infrangerà sempre ogni disegno equivoco sul funzionamento della nostra democrazia".

Milano "barriera morale" dell’antifascismo, una parola che per il primo cittadino "non è così difficile da pronunciare in una Repubblica democratica nata dalla lotta contro il regime fascista e contro i nazisti", mentre dal Governo si è registrato solo "un silenzio imbarazzato e imbarazzante". Toni duri, durissimi, in Piazza Duomo. Certo, in mattinata, al Sacrario dei Caduti in Sant’Ambrogio, Sala aveva commentato con "va bene" la presenza del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini alla deposizione delle corone in omaggio a chi ha combattuto ed è morto per la Liberazione. Sindaco e ministro, uno interista e l’altro milanista, hanno anche scherzato sul derby, scudetto e seconda stella conquistati dai nerazzurri. Ma Sala, lì a margine e poi, ancora, dal palco di Piazza Duomo, boccia senza appello la strategia della Lega in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno: "Dirsi antifascisti alla fine è anche facile, esserlo no. Essere antifascisti vuol dire non allearsi in Europa con chi fascista lo è nella nostra patria Europa".

Le ultime parole di Sala dal palco sono l’assist – concordato con il presidente milanese dell’Anpi Primo Minelli – allo scrittore Antonio Scurati, il cui monologo sull’antifascismo non è mai andato in onda durante la trasmissione Chesarà su Rai 3, causa "censura" sottolinea il sindaco. L’uomo-simbolo del 25 aprile 2024 è proprio l’autore della trilogia M. su Mussolini, che partecipa al corteo da corso Venezia a Piazza Duomo spingendo il passeggino con la figlia, poi sale sul palco e ripete quasi alla lettera il monologo “censurato“. L’unica variazione è quando aggiunge: "Temo che oramai nemmeno questo 25 aprile pronunci la parola antifascismo". Ogni riferimento alla premier Giorgia Meloni è puramente voluto. La stoccata di Scurati, infatti, segue uno dei passaggi-chiave del monologo: "Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neofascista o cercare di riscrivere la storia. Ha imboccato la seconda via".

Minelli, intanto, dopo gli interventi del regista Pif e del segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, comunica alla piazza che "siamo in tanti, oltre 100 mila, una parte del corteo non è neanche partita ancora". L’ultimo discorso è del segretario nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, che difende Scurati ("Con la censura dello scrittore la Costituzione è stata tradita") e attacca il premier israeliano: "Netanyahu è responsabile dello sterminio dei palestinesi e se attacca in forza Rafah può avvenire un massacro di dimensioni inaudite". In prima fila, sul sagrato, negli stessi istanti, i filopalestinesi provano a sfondare le transenne e devono intervenire i poliziotti in tenuta antisommossa per fermarli. Lo striscione dei più esagitati recita: "Fuori i genocidi dalla storia. Con la resistenza palestinese".