
MILANO
di Simona Ballatore
Si guarda la pagella di seconda media e si intrecciano i voti di matematica, italiano e inglese, cercando 10 e 9. A seguire si analizzano le zone di provenienza e - in caso di esuberi e parità di punteggio - scatta il sorteggio. Succede al classico Manzoni e non solo: l’emergenza Coronavirus, che ha ridotto i posti a disposizione nei licei milanesi già presi d’assalto, fa saltare anche i vecchi criteri per l’ingresso. "Abbiamo sempre accettato tutte le richieste e in caso di esuberi applicavamo un criterio territoriale - spiega il vicepreside del Manzoni Alessandro Mazzini -, l’anno prossimo però possiamo avere solo otto classi, tante quante le quinte che escono, perché non c’è stata la classica “selezione fisiologica“ del biennio, non ci sono state bocciature e nemmeno gli studenti che potevano essere “riorientati” e volevano cambiare scuola hanno trovato spazio altrove". Così potranno entrare al Manzoni 250 studenti circa, "si darà priorità al merito, e non lo trovo scandaloso. È una questione di responsabilità - continua Mazzini - e un modo per non intrappolare persone al liceo classico. Io sono uno strenuo sostenitore dell’accogliere tutti, ma in queste condizioni e per quest’anno meglio non creare false illusioni. I criteri sono necessari, il consiglio di orientamento dei docenti delle medie oltre ad arrivare tardi è più aleatorio. Meglio un criterio più neutro".
Guarda alla pagella - già dall’anno scorso - anche il liceo artistico Brera: "Abbiamo tantissime richieste in più ogni anno - spiega la dirigente scolastica Emilia Ametrano -, anche quest’anno avremmo dovuto avere quattro classi in più per accogliere tutti. Ma gli spazi non ci sono". E nell’anno del Covid come si fa? "Guardiamo i voti delle materie culturali, delle lingue straniere e delle discipline artistiche e pure la condotta - spiega la preside -. È un liceo, non va preso sottogamba. Da noi entrano anche i 7 però. E c’è chi viene da lontano: anche quando adottavamo il criterio geografico c’erano proteste infinite ma con questi numero dobbiamo darci delle regole. Meglio scelte consapevoli e non demotivare i ragazzi". Non ci sarà quest’anno - sempre per il Covid - il test di ammissione al liceo scientifico Volta, che ogni anno scala le classifiche di Eduscopio e si trova a bloccare Benedetto Marcello con i vigili per regolare il traffico dei candidati. "Per ora è l’unica certezza - spiega il preside Domenico Squillace -, anche se sarà urgente rivedere i criteri. In queste settimane ero impegnato su altri fronti, vista la situazione". A novembre il verdetto. "Il test era più oggettivo delle pagelle e anche chi aveva 7 e 6 poteva entrare al liceo con una bella prova - spiega il dirigente -. La pagella di seconda media è affidabile quanto una banconota da 15 euro. I criteri saranno approvati dal consiglio d’istituto, ma visti i problemi che stiamo vivendo, sono per rafforzare di più il criterio territoriale. Il 35% dei nostri studenti arriva da fuori Comune: nel caso degli scientifici, che non mancano, meglio ragionare per zona".
Al liceo classico e coreutico Tito Livio - nonostante il Covid, la mancanza di spazi e l’aumento di richieste - i criteri resteranno gli stessi. "Il 30% dei nostri studenti arriva anche da fuori zona, abbiamo allargato il bacino perché ci sembra giusto aprire a chi è interessato - sottolinea il dirigente Giorgio Galanti -. Il tema dell’inclusione non ha nulla a che fare con il merito e le pagelle. Abbiamo oltre il 10% di studenti con disturbi dell’apprendimento e disabilità, 120 in tutta la scuola, che abbiamo sempre accolto anche se avevano 7 o 6. Non ci importa il voto delle medie. Sono tre gli ingredienti per entrare: la loro motivazione e inclinazione, il consiglio di orientamento dei docenti delle medie e quello che la famiglia pensa del giovane ragazzo. I criteri non si toccano".