SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il debutto dei fuorisede. Alle urne in cinquemila: "Un passo avanti storico ma ora più partecipazione"

Chi è al primo voto e chi vuole far sentire la propria voce, sotto esami e senza viaggi. Code al Politecnico e in Cattolica. La presidente: "Per fortuna c’è ancora domani...".

Quindici in punto: Cecilia apre la fila dei fuorisede davanti all’edificio 11 del Politecnico di Milano, tessera elettorale alla mano. È una conquista "storica" per loro, che per la prima volta possono votare nel luogo in cui studiano. Per lei lo è ancora di più: "Ho 23 anni, sono di Ascoli Piceno, ed è il mio primissimo voto. Non ero riuscita a tornare a casa per le altre elezioni – confessa la studentessa di Ingegneria matematica, senza nascondere l’emozione –. Per me è un bellissimo traguardo e sono contenta che il mio Politecnico abbia concesso questi spazi. Saremo noi studenti a prendere le redini del futuro: giusto potere esprimere il nostro parere".

Il debutto dei fuorisede. Alle urne in cinquemila: "Un passo avanti storico ma ora più partecipazione"
Il debutto dei fuorisede. Alle urne in cinquemila: "Un passo avanti storico ma ora più partecipazione"

Accanto a lei ci sono Alessandro, 20 anni, originario di Lampedusa e Jacopo, 25 anni, di Cesena. "Troppi i chilometri di distanza – racconta il primo, che studia Ingegneria edile –. Riesco a tornare dalla mia famiglia per le vacanze estive e per Natale, ma per queste elezioni sarebbe stato complicato e i voli costano. Sono contento di potere votare, soprattutto per le Europee: in un periodo così instabile c’è bisogno che i giovani partecipino. Anche se so che non siamo tantissimi oggi...".

Sono attesi 4.979 giovani elettori tra il Politecnico e la Cattolica: hanno presentato la richiesta per poter votare a Milano su circa 20mila fuorisede. Uno su quattro approfitterà di questa opportunità. Tra loro 1.965 sono residenti nella circoscrizione Sud, 1.066 al Centro, 995 nelle isole, 807 nel Nord-Est e 146 nel Nord-Ovest. Il requisito era essere domiciliati - per almeno tre mesi - in un Comune fuori dalla regione di residenza. I seggi “universitari“ a Milano sono stati ospitati in via San Vittore e al campus Leonardo. Jacopo si è sempre presentato alle urne, anche quando non c’era questa possibilità: "Non ci mettevo tanto: tre ore di treno. Costicchiano, anche se c’era qualche agevolazione, però è importante fare sentire la propria voce. È molto bello poterlo fare qui e sentirsi riconosciuti finalmente dallo Stato, come categoria". Alle porte del campus si forma una lunga coda: si apre il seggio e comincia il pellegrinaggio davanti a scrutatori e presidenti giovanissimi, come Gaia Cavallo, al primo anno del corso di laurea magistrale in Ingegneria del materiali: "Staremo qui 20 ore, fa caldissimo, il contributo è minimo rispetto a quanto danno solitamente per le elezioni, ma appena ho saputo di questa bella novità mi sono fatta subito avanti. Sono fuorisede anch’io", racconta mentre cerca di gestire il flusso continuo e si interfaccia con gli uffici del Comune per risolvere qualche imprevisto: "Devo votare anch’io, ma per fortuna “C’è ancora domani“", sorride citando il film di Paola Cortellesi. Federica e Sara, da Roma, saltellano sulle scale per raggiungere il seggio: "Che emozione votare nella nostra università".

Dalla Bicocca arrivano Adriana e Gloria, rispettivamente di Acireale e Caltagirone: "La vita da fuorisede a Milano è già bella complicata, siamo riusciti a trasferirci qui grazie alle borse di studio, altrimenti sarebbe stato impossibile – raccontano –. Non saremmo riuscite a “tornare giù“ per i costi e perché siamo in piena sessione d’esame. Questa modalità ci ha semplificato tutto". "Siamo contenti che sia stato fatto questo passo avanti, ma non possiamo dirci ancora soddisfatti – tira le somme Veronica Marrocu, presidentessa del Consiglio degli studenti del Politecnico –. Prima di tutto perché su 20mila fuorisede di Milano solo cinquemila andranno a votare e, a livello italiano, in 23mila su 591mila, ovvero il 4%. Ci sono tanti fattori che incidono: non tutti i fuorisede abitano in città, spesso vivono comunque distanti dal capoluogo per il caro-affitti e non era possibile per loro votare nel Comune dove sono domiciliati. A livello burocratico non è stato il massimo della semplicità. A nostro parere non ha senso escludere chi è fuorisede per motivi di salute e di lavoro e non dimentichiamoci che questa è ancora una sperimentazione, non una conquista, e vale solo per le Europee e non per le amministrative". Insomma, la strada da fare è ancora lunga. Il pensiero però torna al primo voto di Camilla: "E questa sì che è una grande vittoria".