
Alfonsina Rosa Maria Strada
Melzo (Milano) - Quattro percorsi ciclopedonali e quattro leggende del ciclismo. La volata è per Alfonsina Strada, prima donna al Giro d’Italia, nel 1924. E poi Fausto Coppi, Gino Bartali e il “pirata“ Marco Pantani. L’intitolazione dei quattro percorsi, di campagna o su strada, di collegamento fra comuni, è dell’altro giorno. La quota rosa un omaggio "a un grande personaggio, meno conosciuto, ma importantissimo". Ad Alfonsina Strada, emiliana, classe 1891, il teatro melzese aveva in programma di dedicare uno spettacolo teatrale, prima che il covid calasse i sipari. "Magari si farà in seguito".
L’intitolazione dei quattro percorsi (per Cascina Paolina e per Bisentrate, la ciclabile urbana e la via Monte Sabotino-Pozzuolo) è ai sensi di una nuova normativa cui ci si adegua. Sulle intitolazioni dibattito in giunta. Quasi scontato l’omaggio a astri indiscussi del ciclismo di ieri e di oggi. Angelo Fausto Coppi, il Campionissimo e l’Airone, re delle corse a tappe e delle classiche degli anni Quaranta e Cinquanta. Gino Bartali, “Ginettaccio“, asso della bici e del coraggio, Giusto delle Nazioni per la sua attività di aiuto agli ebrei durante la seconda guerra mondiale. E poi Marco Pantani, in montagna il più forte, atleta amatissimo e controverso, consegnato alla leggenda da straordinarie imprese e da una triste, e misteriosa, fine. "Perché non una donna? – così l’assessora Valentina Francapi – . Qualcuno di noi conosceva già la figura di Alfonsina Strada, per lo spettacolo teatrale in programma al Trivulzio era già stato raccolto molto. Siamo stati tutti d’accordo". Chi pedalerà lungo il percorso fra la vicinale delle Cascine Paolina e Fornace, verso Vignate, sentirà forse risuonare la pedalata di Alfonsina, nata Alfonsa Rosa Maria Morini a Castelfranco Emilia nel 1891, seconda di dieci fratelli, oggi icona di un ciclismo d’altro secolo e altri tempi, "fatto di uomini e donne d’acciaio".
La chiamavano "Il diavolo in gonnella". La bici una passione dall’infanzia. A sedici anni una scuola di ciclismo a Torino, poi i primi ingaggi. Dopo il matrimonio con Luigi Strada, nel 1917, la prima grande impresa, la partecipazione a un Giro di Lombardia sino ad allora “per soli uomini“. Nel 1924 l’approdo al Giro d’Italia. Un’edizione con pochi soldi e bassi ingaggi, disertata da assi come Girardengo e Brunero. La Strada fu fra i 30 atleti, sui 90 partiti, che completarono la corsa. Alle critiche dei malevoli, il "diavolo in gonnella" rispose dalle pagine del Guerin Sportivo: "Ho le gambe buone, il pubblico di tutta Italia mi tratta con entusiasmo. Non sono pentita. So di aver fatto bene". "Un bel progetto – così Franco Guzzetti, assessore ai Lavori pubblici – che potrebbe essere apripista. Due dei percorsi approdano in altri comuni: potranno intitolarli a loro volta".