
Villois Il cambio Dollaro-Euro ha raggiunto un livello che non si vedeva da ben prima del Covid, siamo arrivato ad...
VilloisIl cambio Dollaro-Euro ha raggiunto un livello che non si vedeva da ben prima del Covid, siamo arrivato ad 1,14 a favore dell’euro, il trend, previsto, anche solo ad inizio anno era di parità. Già ai livelli attuali, che potrebbero sfondare 1,20, si innescano condizioni che possono allontanare i ricchi flussi turistici statunitensi dall’Europa e in particolare dalle mete italiane. Milano, che ha sfruttato al massimo il suo potenziale attrattivo commerciale del quadrilatero d’oro, gode di una spesa procapite media giornaliera superiore a quelle di Roma, Firenze e Venezia, nelle quali i prezzi del ricettivo sono per lo più in linea comune, mentre l’offerta commerciale del lusso incide in maniera ben superiore. Alle presenze statunitensi che utilizzano il dollaro vanno aggiunte quelle dei Paesi arabi e buona parte di quelli delle aree Asia-Pacifico. Un considerevole calo di presenza e di spesa turistica procapite andrebbe ad incidere in una certa misura sul Pil 2025 che, alle attuali previsioni, potrebbe assestarsi allo stesso livello del 2024, con un +0,5-0,6%. Il riparto della crescita, dovrebbe avere nel flussi turistici esteri la stampella per non scivolare al +0,3-0,4%. Indispensabile che i flussi tengano e che la messa in opera della maggioranza del risorse del Pnrr decollino: alla fine dello scorso anno erano state utilizzate per poco oltre il 30%. Difficile identificare altri cespiti per la crescita, anzi,la continuazione del calo della produzione industriale stimolerebbe maggior cassa integrazione e l’ampiezza del perimetro del territorio interessato, condizioni che favorirebbero un’ulteriore stretta dei consumi interni. Visto il quadro internazionale e le posizioni ondivaghe di Trump, si rischia tagli ai servizi sociali. Tocca al Governo e agli enti locali trovare formule che accelerino la messa terra delle opere finanziate dal Pnrr, in modo da ridare slancio all’occupazione ed è evitare che un elevato numero di Pmi, finisca nel purgatorio dei crediti deteriorati coinvolgendo le banche di piccole dimensioni.