SIMONA BALLATORE
Cronaca

"Le nostre scuole cadono a pezzi": il dossier degli studenti milanesi e il flashmob sotto la sede di Città Metropolitana

Prima protesta ai piedi di Palazzo Isimbardi con le immagini di bagni inagibili e muri scrostati. Aperto un tavolo permanente tra ragazzi, tecnici ed ex Provincia. Preoccupa il post Pnrr

La protesta degli studenti

La protesta degli studenti

Si sono presentati ai piedi di Palazzo Isimbardi con uno striscione, fumogeni, ma soprattutto foto di scuole a pezzi e sondaggi. Così una delegazione di ragazze e ragazzi dell’Unione degli Studenti e della Rete della conoscenza ha lanciato la prima protesta dell’anno mettendo sotto il faro un tema: edilizia scolastica. In agenda avevano già un appuntamento con il consigliere Roberto Maviglia, che ha la delega alla partita per Città Metropolitana, per sottoporgli il loro dossier e chiedere di aprire un tavolo permanente e diretto con gli studenti. Per la loro prima inchiesta hanno raccolto oltre 780 testimonianze in una quindicina di scuole, "ma il lavoro di campionamento continuerà nei prossimi mesi", promettono. Nella lista dei problemi spiccano pannelli del soffitto staccati (indicato nel 60,5% delle risposte), sanitari inagibili (57,7%), porte mancanti (52%), finestre rotte (23%) e infiltrazioni (15%). Un 18% sostiene che le aule non siano adeguate al numero di studenti che contengono.

"Da noi cambiando gli infissi si sono creati altri danni, dobbiamo stare attenti ad aprire le finestre. E per sei mesi non abbiamo avuto neppure la campanella – racconta Leonardo Schiavi, dello scientifico Leonardo da Vinci –. In palestra possiamo andare solo a turno e c’è chi resta in cortile, al gelo. Si rincorrono le singole problematiche ma manca uno sguardo di insieme". "Al Parini uno dei problemi più grandi riguarda i bagni – spiega Jessica Stefanini –. Adesso si stanno sistemando le facciate e i vetri all’ingresso, ma altri problemi andrebbero risolti invece di guardare alla superficie e all’estetica. E manca un luogo assembleare che possa accogliere gli studenti". "Abbiamo avuto un momento di confronto utile – sottolinea il consigliere Maviglia –: da una parte gli studenti hanno illustrato quelle che secondo loro sono le criticità, dall’altro abbiamo fatto il punto dei lavori in corso, anche per sistemare tutti i bagni".

"Quello che preoccupa entrambi è il dopo-Pnrr – conferma però Maviglia –. Perché se da un lato adesso le risorse ci sono, e abbiamo spiegato come le stiamo impiegando, si rischia di interrompere il percorso fatto fin qui e che ha portato ad alcuni risultati. Per esempio, le segnalazioni sul malfunzionamento delle caldaie si sono ridotte drasticamente in questi mesi rispetto al passato e riguardano spesso eventi sulle singole aule". Si sta lavorando alla costruzione del nuovo Frisi, ci sono cantieri aperti dal Pareto al Feltrinelli.

"Il Pnrr ha innescato un meccanismo che andrebbe continuato per vedere i risultati e non rincorrere le emergenze – sottolinea il consigliere di Città Metropolitana –: insieme dobbiamo riportare l’edilizia scolastica al centro del dibattito politico, cosa che al momento non è". Alla fine del confronto - durato un’ora - si è trovato un accordo. "Abbiamo portato la sfilza di problemi che abbiamo riscontrato nelle scuole – spiega Claudio Genchi, studente del Virgilio –. Entro la fine di quest’anno scolastico ci troveremo ancora con Maviglia e con i tecnici che seguono l’edilizia nelle diverse zone. Abbiamo deciso di incontrarci almeno due volte l’anno, a metà del primo quadrimestre e del secondo quadrimestre, per analizzare le criticità e le possibili soluzioni. Intanto continueremo a rendere consapevoli della situazione gli studenti, perché manca spesso la comunicazione e non sappiamo quanti soldi vengono spesi, dove e come". Continuerà anche il sondaggio. "Che con i dati raccolti renderemo più scientifico", sottolineano dall’Uds.