Il filo della memoria: "Io, qui per mio nonno"

Valentina Recli raccoglie il testimone. "Si salvò restando sotto le macerie"

Il filo della memoria: "Io, qui per mio nonno"

Valentina Recli raccoglie il testimone. "Si salvò restando sotto le macerie"

di Marianna Vazzana

"Io non dimenticherò mai mio nonno, che è uno dei bimbi di Gorla sopravvissuti alla strage, e la sua storia. Quello che sono oggi è anche merito suo". Valentina Recli ha 17 anni. Insieme alla mamma Barbara e alla nonna Rosangela ha reso omaggio al monumento dei Piccoli Martiri, ieri meta di pellegrinaggio per i milanesi in occasione degli 80 anni dell’anniversario della tragedia. "Mio nonno Antonio Recli – racconta la diciassettenne, studentessa al liceo sportivo – è venuto a mancare nel 2019 a 84 anni. Ma prima di allora è sempre stato presente in questa giornata. Adesso tocca a me tramandarne la memoria, oggi sono qui per questo". La giovane sente ancora nelle orecchie i racconti del nonno, che il 20 ottobre 1944 era in quarta elementare e aveva 9 anni. "Si è salvato perché le macerie non lo hanno schiacciato. È rimasto lì sotto insieme ad altri due compagni e si facevano forza l’un l’altro prima dell’arrivo dei soccorritori". Uno dei due bambini intrappolati aveva invitato gli altri a recitare delle preghiere. "Ce lo diceva sempre, nonno Antonio: quel bambino che li aveva invitati a pregare, da grande è diventato prete". Lui invece, nella vita, ha lavorato come artigiano. Rosangela, che è stata la moglie di Antonio, aggiunge che "è stata una gioia, per i sopravvissuti, ritrovarsi". Unirsi ancora, nonostante il dolore provocato dal ricordo della strage e dal pensiero dei loro compagni che invece non ce l’hanno fatta: 184 bambini, oltre a insegnanti e collaboratori scolastici, hanno perso la vita quel 20 ottobre del 1944. I piccoli, mentre andavano verso i rifugi sotterranei dopo l’allarme, erano rimasti a bocca aperta – hanno raccontato i sopravvissuti – nel vedere attraverso le finestre tutti quegli aerei che sfrecciavano nel cielo azzurro, scaricando quelli che ai loro occhi sembravano "palloncini luccicanti" in quella mattina di sole. E invece erano le bombe che di lì a poco avrebbero distrutto la scuola, uccidendoli. "Io – continua Valentina – penso sempre alla purezza di quei bambini". E torna a risentire il nonno: "Mi raccontava di quando, una volta fuori, salvo, aveva assistito allo strazio di genitori che cercavano i corpi dei loro bambini in mezzo a tanti. Ognuno voleva dare al proprio figlio una sepoltura degna". E in fondo sperava di trovarlo ancora vivo.

Adesso "mi auguro che la proposta di legge", quella che prevede di istituire il 20 ottobre quale Giorno del ricordo della strage dei Piccoli Martiri di Gorla, "diventi realtà. La memoria deve restare viva. I sopravvissuti sono sempre meno, ora tocca a noi raccogliere il testimone".