GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Il Fine Vita a fine corsa. Al Pirellone la spunta FdI. Verso il no senza dibattito

Il centrodestra vota un testo che nega la competenza della Regione. Gallera unica voce fuori dal coro: sono un liberale che non si nasconde. Le opposizioni in rivolta: si è scelto di non decidere, come gli ignavi.

Il Fine Vita a fine corsa. Al Pirellone la spunta FdI. Verso il no senza dibattito

Il centrodestra vota un testo che nega la competenza della Regione. Gallera unica voce fuori dal coro: sono un liberale che non si nasconde. Le opposizioni in rivolta: si è scelto di non decidere, come gli ignavi.

Con tutta probabilità in Consiglio regionale non ci sarà alcuna discussione sulla necessità e sull’opportunità di approvare una legge che dia ai malati terminali e al personale sanitario lombardo una procedura da seguire per il suicidio medicalmente assistito. Detto altrimenti: non ci sarà alcuna discussione nel merito del progetto di legge di iniziativa popolare sul Fine Vita. Ieri, nel corso della seduta congiunta delle commissioni Affari Istituzionali e Sanità, è stata infatti approvata una relazione nella quale si dice che spetta allo Stato, non alle Regioni, varare una legge su questo tema perché in gioco non c’è solo l’individuazione dei tempi e dei modi coi quali assicurare una prestazione sanitaria ma, invece, "il valore dell’integrità della persona" e "il rispetto del dono della vita". La relazione in questione è quella redatta dalla maggioranza di centrodestra e illustrata da Matteo Forte, presidente della Commissione Affari Istituzionale, ciellino eletto con Fratelli d’Italia. Respinta, invece, la relazione delle opposizioni di centrosinistra, illustrata da Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd, con la quale si chiedeva di entrare nel merito di una questione sulla quale la Regione ha diritto e il dovere di legiferare. Bocciato anche il testo originario della legge di iniziativa popolare sul Fine Vita. In questo caso, però, il centrodestra si è astenuto per rimarcare una volta di più la non aderenza del tema alle competenze della Regione. Il risultato è che il Consiglio regionale, tra il 19 e il 26 novembre, si troverà a dover votare innanzitutto la pregiudiziale di ammissibilità del progetto di legge, si troverà a dover decidere se si possa o no aprire una discussione di merito. Ma alla luce del documento approvato ieri e salvo sorprese, l’esito sembra scontato: non si può discutere nel merito un tema che si ritiene di competenza dello Stato.

Sul piano politico l’esito della seduta congiunta delle due commissioni regionali pare sancire la netta affermazione della posizione di Fratelli d’Italia, da sempre contraria ad ogni apertura sul Fine Vita. Nelle scorse settimane Attilio Fontana, presidente leghista della Regione, al termine di un incontro con Marco Cappato, tra i promotori della legge sul Fine Vita, aveva invece invitato i consiglieri regionali ad approcciarsi al tema senza posizioni precostituite: "Ho sempre pensato che su temi etici di una rilevanza così importante ognuno di noi debba affidarsi alla propria coscienza – queste le parole proferite a fine ottobre dal governatore lombardo –. Nel caso specifico, ritengo che l’obiettivo debba essere quello di applicare la sentenza della Corte Costituzionale comprendendone i contenuti". Su temi simili anche Forza Italia ha spesso lasciato ai suoi libertà di coscienza. E infatti, all’interno del centrodestra, l’unica voce fuori dal coro è stata quella di un forzista di lungo corso: Giulio Gallera, l’unico a votare gli emendamenti al testo originale e la relazione delle opposizioni.

"Abbiamo avuto tre pareri tecnico-legali secondo i quali la materia non è di competenza regionale – spiega Forte –, senza contare i pareri di autorevoli giuristi raccolti durante le audizioni in commissione, tra i quali quello di Nicolò Zanon, giudice emerito della Corte Costituzionale. Non si tratta solo di individuare una procedura. Tempi e modi rispetto all’esecuzione di un suicidio medicalmente assistito attengono ad un qualcosa che riguarda i diritti fondamentali alla vita e all’integrità fisica che sono in capo allo Stato proprio per Costituzione. è vero che il testo originale va su tempi e modi per garantire una morte meno dolorosa e più rapida possibile: questo non può essere ignorato". Quanto alla crepa interna al centrodestra, Forte nega: "Sono temi sui quali da sempre non ci sono maggioranze o coalizioni politiche ma schieramenti trasversali quindi da questo punto di vista non c’è una crepa. Ci sono pareri diversi. La Lega ha lasciato libertà di coscienza, noi abbiamo sempre detto no senza nasconderci. Abbiamo deciso di fermarci sul livello della competenza dopo un dibattito in commissione".

"Il centrodestra ha deciso di abbandonare i cittadini che vivono situazioni di estrema difficoltà e drammaticità perché se una persona arriva alla conclusione che non vuole più vivere per eccesso di sofferenza non puoi abbandonarla a se stessa – attacca Rozza –. Il centrodestra invece ha scelto l’ignavia, di non prendere posizione, di dire che non spetta a loro esprimersi, una falsità, tra l’altro, perché la sentenza della Corte Costituzionale stabilisce che bisogna riconoscere il diritto e, in assenza di una legge, stabilisce anche alcune regole. Quindi oggi la Regione applica una procedura parziale e non scritta che non consente ai professionisti chiamati ad applicarla di essere tutelati. La maggioranza ha deciso di abbandonare a se stesse le persone in grave difficoltà e il personale sanitario. Il presidente Fontana ha avuto un atteggiamento corretto, ma la maggioranza ha infine scelto di non discutere nemmeno al proprio interno". Gallera, allora: "Sono un liberale che non si nasconde. Forse altri hanno le mie stesse idee ma antepongono la ragion di coalizione. Approcci solo ideologici hanno finora impedito di approvare una legge nazionale e hanno portato al paradosso che la Corte Costituzionale si sostituisce alla politica. Il Consiglio regionale poteva e potrebbe essere un’occasione per sottolineare che noi non dobbiamo fare una scelta etica o religiosa ma creare le condizioni per cui un cittadino possa scegliere liberamente se porre fine o no alle proprie sofferenze". Infine Cappato, che si rivolge a Fontana: "Se questo atteggiamento di irresponsabilità istituzionale da parte della maggioranza sarà mantenuto, l’esito sarà quello di rifiutarsi di esprimersi su una proposta sottoscritta da 8.181 lombardi. Spero che Attilio Fontana voglia essere conseguente con quanto ha dichiarato a seguito del nostro incontro. L’argomentazione in base alla quale la proposta di legge sarebbe estranea alle competenze regionali è palesemente infondata. Sono gli stessi direttori sanitari di Regione Lombardia ad avere fatto presente di essersi dati regole di fatto su un’attività che è inequivocabilmente di competenza del servizio sanitario regionale. I casi di aiuto che è stato già fornito in altre Regioni sono lì a dimostrarlo".