
L’informativa del governatore Attilio Fontana fotografata dai banchi di FdI
Milano – Ha voluto essere il presidente della Regione Attilio Fontana "in prima persona" a riferire in Consiglio regionale sul suicidio assistito di “Serena”, la cinquantenne milanese malata di sclerosi multipla che a gennaio è stata la prima persona a poter porre fine alle proprie sofferenze "intollerabili" in Lombardia in base a quanto stabilito dalle sentenze della Corte Costituzionale.
Un tema di grande rilevanza
Fontana ha sottolineato la necessità di trattare l'argomento con "un confronto sereno e inclusivo, basato sui fatti", evidenziando il "rispetto da riconoscere a una persona che per libera scelta e in piena coscienza ha deciso di compiere un estremo gesto e merita le nostre preghiere e il nostro cordoglio". Il governatore ha anche presentato una "analisi tecnica" rigettando le contestazioni degli alleati di FdI, relative alle modalità di fornitura del farmaco e alla riservatezza richiesta dai legali.
Le posizioni contrastanti
I Fratelli d'Italia, tramite il capogruppo Christian Garavaglia, hanno esposto la loro "insoddisfazione e amarezza", sottolineando che la Regione Lombardia "si sia spinta troppo in là" e auspicando che la tematica non si svolga più a livello regionale. Vittorio Feltri si è distaccato dal coro, proponendo un referendum sull'argomento. La Lega, invece, si affianca a Fontana e sostiene la necessità di una legge nazionale.
Richieste e prospettive future
Le opposizioni, dal Pd ai 5 Stelle fino a Iv e Avs, hanno avanzato la richiesta di una normativa regionale in attesa di una legge nazionale. Fontana ha ribadito la presenza di una pregiudiziale ma ha espresso l'intenzione di collaborare con la Conferenza delle Regioni per trovare una soluzione comune sulle modalità delle sentenze, dichiarando che è "una questione di civiltà".